Province autonome du Trentin

Décret législatif du 16 décembre 1993, no 592

Règles
d'application de la loi spéciale du Trentin-Haut-Adige
concernant les dispositions de protection des populations ladine, mochène
et cimbre dans la province du Trentin

La version française de ce décret no 592 n'est qu'une traduction libre de Jacques Leclerc; elle ne peut servir que comme source d'information.

DECRETO LEGISLATIVO 16 dicembre 1993, n. 592

Norme di attuazione dello Statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige concernenti disposizioni di tutela delle popolazioni ladina, mochena e cimbra della provincia di Trento (1)

(G.U. 16 febbraio 1994, n. 38)

Articolo 01

Finalità

1.
In attuazione dei principi contenuti nell'articolo 2 dello Statuto speciale per il Trentino - Alto Adige di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, lo Stato, la Regione, la Provincia autonoma di Trento e gli enti locali tutelano e promuovono, nell'ambito delle proprie competenze, le caratteristiche etniche e culturali delle popolazioni ladina, mochena e cimbra, residenti nel territorio della provincia di Trento. La provincia di Trento promuove e coordina gli interventi di tutela e promozione della lingua ladina, mochena e cimbra e individua il soggetto competente a fissare le norme linguistiche e di grafia, anche ai fini dell'articolo 102 dello statuto di autonomia.

2. Le finalità di tutela e di promozione della lingua e della cultura, desumibili dagli articoli da 1 a 4, sono perseguite anche in favore delle popolazioni mochena e cimbra residenti, rispettivamente, nei comuni di Fierozzo-Vlarötz, Frassilongo-Garait, Palù del Fersina-Palae en Bersntol e nel comune di Luserna-Lusern, tenendo conto delle caratteristiche demografiche delle stesse, dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia autonoma di Trento e dagli enti locali ubicati nella medesima provincia, nell'ambito delle rispettive competenze e secondo i rispettivi ordinamenti (2).

Articolo 1

Uso della lingua ladina

1.
I cittadini appartenenti alle popolazioni ladine della provincia di Trento hanno facoltà di usare la propria lingua nelle comunicazioni verbali e scritte con le istituzioni scolastiche e con gli uffici, siti nelle località ladine, dello Stato, della regione, della provincia e degli enti locali, nonché dei loro enti dipendenti, e con gli uffici della regione e della provincia che svolgono funzioni esclusivamente nell'interesse delle popolazioni ladine anche se siti al di fuori delle suddette località. Dai predetti uffici dello Stato sono escluse le forze armate e le forze di polizia.

2. Qualora l'istanza, la domanda o la dichiarazione sia stata formulata in lingua ladina, gli uffici e le amministrazioni di cui al comma 1 sono tenuti a rispondere oralmente in ladino, ovvero per iscritto in lingua italiana, che fa testo ufficiale, seguita dal testo in lingua ladina.

3. Gli atti pubblici emanati dagli uffici e dalle amministrazioni di cui al comma 1, specificatamente rivolti alle popolazioni delle località ladine, sono redatti in lingua italiana seguita dal testo in lingua ladina.

4. Nelle adunanze degli organi elettivi degli enti locali delle località ladine della provincia di Trento i membri di tali organi possono usare la lingua ladina negli interventi orali, con, a richiesta, la immediata traduzione in lingua italiana qualora vi siano membri dei suddetti organi che dichiarino di non conoscere la lingua ladina. I processi verbali sono redatti sia in lingua italiana che ladina.

4 bis. Fermo restando quanto previsto nei commi precedenti, la regione e la provincia di Trento curano la pubblicazione degli atti normativi e delle circolari di diretto interesse delle popolazioni ladina, mochena e cimbra nelle rispettive lingue, e, per quanto riguarda la lingua mochena e quella cimbra, in caso di non traducibilità, nella lingua di riferimento. Tale pubblicazione è, di norma, contemporanea al testo in lingua italiana e, comunque, non successiva a trenta giorni dalla data di pubblicazione del testo in lingua italiana (3).

Articolo 1 bis

Uso della lingua ladina, mochena e cimbra nei procedimenti davanti al giudice di pace

1. Ai sensi dell'articolo 9, comma 3, della legge 15 dicembre 1999, n. 482, nei procedimenti davanti al giudice di pace competente per i territori dei comuni di cui all'articolo 5 e all'articolo 01 è consentito l'uso rispettivamente della lingua ladina, mochena e cimbra.

2. Restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 109 del codice di procedura penale.

3. Negli uffici di cui al comma 1 le comunicazioni rivolte al pubblico e le indicazioni sono redatte anche in lingua ladina, mochena e cimbra.

4. Nei casi di cui ai commi 1 e 3, se non è possibile usare le lingue mochena e cimbra si utilizza la lingua di riferimento.

5. La regione, nell'ambito della propria competenza, assicura gli interventi organizzativi e finanziari occorrenti per l'attuazione della finalità di cui al comma 1.

6. Le disposizioni di cui all'articolo 3 si applicano anche all'ufficio del giudice di pace avente competenza territoriale per i comuni di cui all'articolo 5 (4).

Articolo 2

Scuola

1.
Nelle scuole situate nelle località ladine della provincia di Trento, così come individuate dall'articolo 5, la lingua e la cultura ladina costituiscono materia d'insegnamento obbligatorio, da disciplinare secondo il disposto dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 405, e successive modifiche. Il ladino può altresì essere usato quale lingua di insegnamento, secondo le modalità stabilite dai competenti organi scolastici.

2. Gli alunni degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado ed artistica delle località ladine che hanno conseguito il diploma di licenza media in scuole diverse da quelle delle località ladine sono esonerati, a richiesta, dall'insegnamento della lingua e della cultura ladina.

3. Nell'ambito delle procedure per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato, per i trasferimenti, per le utilizzazioni e per i passaggi di cattedra e di ruolo del personale - direttivo e docente - della Provincia di Trento presso le scuole di ogni ordine e grado delle località ladine, i posti vacanti e disponibili sono riservati ed attribuiti con precedenza assoluta anche rispetto all'assegnazione di eventuali sedi libere sul restante territorio provinciale a coloro che, in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente per i posti relativi, abbiano dimostrato la conoscenza della lingua e della cultura ladina innanzi ad una commissione della quale fa parte almeno un insegnante di lingua ladina in servizio nelle stesse scuole. Detta commissione è nominata dal sovrintendente scolastico avvalendosi anche dell'Istituto culturale ladino.

4. Qualora non sia possibile coprire tutti i posti di insegnamento delle località ladine secondo quanto disposto dal comma 3 gli eventuali posti vacanti sono ricoperti con incarichi a tempo determinato o con assegnazioni provvisorie.

4 bis. Nelle scuole materne situate nelle località ladine di cui al comma 1 il ladino è usato, accanto alla lingua italiana, quale lingua di insegnamento. A tal fine la legge provinciale prevede che nelle predette scuole, nell'ambito delle procedure di assunzione, assegnazione e mobilità è riconosciuta precedenza assoluta al personale insegnante che, in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente per l'accesso ai posti relativi, abbia dimostrato la conoscenza della lingua e cultura ladina, da accertarsi secondo le modalità stabilite dalla medesima legge provinciale.

5. Le finalità di tutela della lingua e della cultura ladina previste dal presente articolo sono assicurate dalla Provincia anche nell'ambito dei corsi di formazione professionale di durata pluriennale, tenendo conto delle caratteristiche formative e didattiche dei corsi
medesimi (5).

Articolo 3

Uffici pubblici

1.
Negli uffici e nelle amministrazioni di cui all'art. 1 aventi sede nelle località ladine della provincia di Trento è assegnato a domanda, nell'ambito delle procedure per i trasferimenti e per le assegnazioni provvisorie o definitive di sede previste dalle vigenti normative, con precedenza assoluta personale avente i requisiti prescritti che dimostri la conoscenza della lingua ladina.

2. L'accertamento della conoscenza della lingua ladina ai fini di cui al comma 1 è effettuato da una commissione, nominata dal commissario del Governo per la provincia di Trento, d'intesa con il Presidente della Giunta provinciale, secondo le modalità stabilite con decreto del commissario del Governo, d'intesa con il medesimo Presidente della Giunta provinciale.

3. La commissione, nominata per un triennio, è composta da quattro membri effettivi e quattro supplenti, scelti per metà fra i cittadini residenti nelle località ladine. Svolge le funzioni di segretario un impiegato, appartenente ad un livello retributivo funzionale non inferiore al sesto, dell'amministrazione dello Stato o della Provincia. Tutti i commissari ed il segretario devono avere piena conoscenza della lingua italiana e di quella ladina.

4. I candidati in possesso dei prescritti requisiti, che dimostrino la conoscenza della lingua ladina innanzi alla commissione di cui al comma 2, hanno titolo di precedenza assoluta nelle graduatorie dei pubblici concorsi e nelle pubbliche selezioni di personale, anche per incarichi temporanei, banditi dagli enti locali delle località ladine nonché dagli altri enti pubblici di cui al comma 1 dell'articolo 1, limitatamente alla copertura dei posti vacanti negli uffici indicati dal medesimo comma 1(6).

Articolo 3 bis

Concessionari di pubblici servizi

1.
Gli enti e le società comunque denominati e strutturati, che abbiano sede, proprie strutture o dipendenze nelle località ladine di cui all'articolo 5 e che svolgano servizi pubblici che al 1° gennaio 1993 erano esercitati da amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, assicurano la precedenza assoluta per l'assegnazione di sede o per i trasferimenti presso le strutture o le dipendenze ubicate nelle medesime località ladine a coloro che, in possesso dei previsti requisiti anche professionali, ne abbiano fatto specifica richiesta e abbiano dimostrato la conoscenza della lingua ladina nei modi prescritti dall'articolo 3, commi 2 e 3.

2. Gli enti e le società di cui al comma 1, in occasione di assunzioni di personale, individuano il fabbisogno di personale delle strutture e delle dipendenze ubicate nelle località di cui all'articolo 5, non soddisfatte con le procedure di mobilità di cui al medesimo comma 1. Per la copertura delle carenze così individuate i medesimi enti e società assicurano precedenza assoluta per le assunzioni, eccettuate quelle di durata non superiore a trenta giorni, non rinnovabili nell'anno, effettuate per soddisfare esigenze di carattere eccezionale debitamente motivate a coloro che, in possesso dei previsti requisiti anche professionali, risultino iscritti presso l'ufficio di collocamento avente competenza territoriale sulle predette località ladine ed ivi abbiano fatto constatare preventivamente, a propria cura, la conoscenza della lingua ladina accertata nei modi prescritti dall'articolo 3, commi 2 e 3 (7).

Articolo 3 ter

Ripristino dei cognomi in forma originaria

1.
I cittadini appartenenti alle popolazioni ladina, mochena e cimbra e residenti in provincia di Trento, i cui cognomi o nomi siano stati modificati prima della data di entrata in vigore della presente disposizione o ai quali sia stato impedito in passato di apporre il nome nella lingua di appartenenza, hanno diritto di ottenere, sulla base di adeguata documentazione, il ripristino degli stessi in forma originaria. Il ripristino del cognome ha effetto anche per i discendenti degli interessati che non siano maggiorenni o che, se maggiorenni, abbiano prestato il loro consenso.

2. Nei casi di cui al comma 1 la domanda deve indicare il nome o il cognome che si intende assumere ed è presentata al sindaco del comune di residenza del richiedente, il quale provvede d'ufficio a trasmetterla al commissario del governo, corredandola di un estratto dell'atto di nascita. Il commissario del governo, qualora ricorrano i presupposti previsti dal comma 1, emana il decreto di ripristino del nome o del cognome. Per i membri della stessa famiglia il commissario del governo può provvedere con un unico decreto. Nel caso di reiezione della domanda, il relativo provvedimento può essere impugnato, entro trenta giorni dalla comunicazione, con ricorso al ministro competente, che decide previo parere del Consiglio di Stato. Il procedimento è esente da spese e deve essere concluso entro novanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello stato civile dei comuni interessati provvedono alle annotazioni conseguenti all'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo. Tutti gli altri registri, tutti gli elenchi e ruoli nominativi sono rettificati d'ufficio dal comune e dalle altre amministrazioni competenti (8).

Articolo 3 quater

Interventi di promozione delle caratteristiche culturali delle popolazioni ladina, mochena e cimbra a mezzo di trasmissioni radiotelevisive

1. Il Ministero delle comunicazioni, la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, anche mediante apposite convenzioni con la provincia di Trento, e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), fatte salve le funzioni di indirizzo della competente commissione parlamentare, assicurano tutte le necessarie misure e condizioni per la tutela delle popolazioni ladina, mochena e cimbra della provincia di Trento.

2. Per le trasmissioni e i programmi in lingua ladina sono di norma utilizzate le strutture e le attività realizzate nell'ambito delle convenzioni di cui alla legge 14 aprile 1975, n. 103. Per le stesse finalità la provincia può stipulare appositi accordi con le emittenti locali.

3. Nell'ambito delle convenzioni di cui al comma 1 può essere prevista anche la captazione e la diffusione nel territorio provinciale di programmi radiotelevisivi nelle lingue dell'area culturale europea.

Articolo 4

Censimenti

1. Nei censimenti generali della popolazione italiana è rilevata, sulla base di apposite dichiarazioni degli interessati, la consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina residenti nella provincia di Trento.

2. In sede di prima applicazione del presente decreto, nell'ambito del programma statistico nazionale di cui al decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, viene inserita apposita rilevazione della consistenza dei cittadini di lingua ladina residenti nelle località ladine della provincia di Trento, da effettuarsi entro due anni dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto, nel rispetto di quanto disposto dall'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1978, n. 1017, come da ultimo modificato dall'art. 1 del decreto legislativo 6 luglio 1993, n. 290.

Articolo 5

Individuazione delle località ladine

1.
Ai fini del presente decreto sono località ladine i comuni di Campitello di Fassa-Ciampedel, Canazei-Cianacei, Mazzin-Mazin, Moena-Moena, Pozza di Fassa-Poza, Soraga-Soraga e Vigo di Fassa-Vich (10).

Art. 5 bis

Disposizioni finali

1.
Si applicano nella provincia di Trento le norme di tutela delle minoranze previste dalla legge 15 dicembre 1992, n. 482, in quanto più favorevoli rispetto alle norme vigenti nella medesima provincia (11).

NOTE

(1) Titolo così modificato dall'art. 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(2) Articolo aggiunto dall'art. 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, e così modificato dall'art. 1 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(3) Comma aggiunto dall'art. 2 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(4) Articolo aggiunto dall'art. 3 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(5) Articolo così sostituito dall'art. 2 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, e modificato dall'art. 1 del d.lgs. 8 settembre 1999, n. 344.
(6) Comma così sostituito dall'art. 3 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(7) Articolo aggiunto dall'art. 4, comma 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321. Secondo il comma 2 del medesimo articolo, i concessionari adeguano i contratti aziendali di lavoro alle disposizioni dell'articolo qui annotato entro sei mesi dalla sua entrata in vigore.
(8) Articolo aggiunto dall'art. 4 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(9) Articolo aggiunto dall'art. 5 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(10) Comma così sostituito dall'art. 5 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(11) Articolo aggiunto dall'art. 6 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.

DÉCRET LÉGISLATIF du 16 décembre 1993, no 592

Règles d'application de la loi spéciale du Trentin-Haut-Adige
concernant les dispositions de protection des populations ladine, mochène et cimbre dans la province do Trentin(1)

(Journal officiel du 16 février 1994, no 38)

Article 01

Objectifs

1.
En mettant en œuvre les principes énoncés à l'article 2 du Statut spécial pour le Trentin-Haut-Adige dans le décret du président de la République du 31 août 1972, no 670, l'État, la Région, la Province autonome du Trentin et les administrations locales protègent et favorisent, dans le domaine de leurs compétences, les caractéristiques ethniques et culturelles des populations ladine, mochène et cimbre résidant dans la province du Trentin. La province du Trentin encourage et coordonne les interventions de protection et de promotion des langues ladine, mochène et cimbre, et identifie l'organisme chargé de fixer les règles de la langue et de l'orthographe, même aux fins d'application de l'article 102 du Statut d'autonomie.

2. Les objectifs de protection et de promotion de la langue et de la culture, issus des articles 1 à 4, sont poursuivis ainsi en faveur des populations mochène et cimbre, et résidant respectivement, dans les communes de Fierozzo/Vlarötz, Frassilongo/Garait, Palu del Fersina/Palae en Bersntol et la commune de Luserna/Lusérn, en tenant compte des caractéristiques démographiques de la commune, et ce, par l'État, la Région, la Province autonome du Trentin et les collectivités locales situées dans la même province, dans le cadre de leurs compétences respectives et conformément à leur réglementation respective (2).

Article 1er

Usage de la langue ladine

1.
Les citoyens appartenant à la population ladine de la province du Trentin ont le droit d'utiliser leur propre langue dans les communications orales et écrites avec les établissements d'enseignement et les bureaux, les sites des localités ladines, de l'État, de la Région, de la Province et des autorités locales, ainsi qu'avec leurs entités sous leur juridiction, et avec des bureaux dans la région et la province qui exercent exclusivement dans l'intérêt du peuple ladin même si les sites sont à l'extérieur de ces emplacements. Dans les bureaux susmentionnés de l'État sont exclues les forces armées et la police.

2. Lorsque l'instance, la requête ou de la déclaration a été faite en ladin, les bureaux et les autorités visées au paragraphe 1 sont tenus de répondre oralement en ladin ou en italien par écrit, qui constitue le texte officiel, suivi du texte en ladin.

3. Les documents publics émis par les bureaux et les autorités visées au paragraphe 1, spécifiquement ceux ciblées pour les populations ladines, sont en italien suivi du texte en ladin.

4. Dans les assemblées des organismes élus par les collectivités locales dans la province du Trentin, les membres ladins de ces organismes peuvent utiliser la langue ladine dans leurs interventions orales, avec sur demande la traduction instantanée en italien s'il y a des membres de ces organismes qui déclarent ne pas connaître le ladin. Les procès-verbaux sont rédigés à la fois en italien et en ladin.

4 bis. Sauf disposition contraire dans les paragraphes précédents, la région et la province du Trentin sont responsables de la publication de la législation et des circulaires d'intérêt direct pour les populations ladine, mochène et cimbre et dans leur propre langue, et en ce qui concerne les langues mochène et cimbre, en cas de non-traductibilité, dans la langue de référence. Cette publication doit, en principe, coïncider avec le texte en italien, en tout état de cause au plus tard trente jours à compter de la date de publication du texte en italien (3).

Article 1 bis

Usage des langues ladine, mochène et cimbre dans les procédures devant le juge de paix

1. En vertu du paragraphe 3 de l'article 9,de la loi du 15 décembre 1999, no 482, dans les procédures devant un juge de paix ayant juridiction dans les territoires des communes visées à l'article 5 et l'article 01, il est permis d'utiliser respectivement les langues ladine, mochène et cimbre.

2. Les dispositions visées à l'article 109 du Code de procédure pénale s'appliquent.

3. Dans les bureaux visés au paragraphe 1, les communications et les directives adressées au public doivent être également transmises en ladin, en mochène et en cimbre.

4. Dans les cas visés aux paragraphes 1 et 3, s'il n'est pas possible d'utiliser les langues mochène et cimbre, la langue de référence est employée.

5. La Région, dans le domaine de sa juridiction, assure une aide organisationnelle et financière nécessaire à la mise en œuvre des objectifs visés au paragraphe 1.

6. Les dispositions de l'article 3 s'appliquent également à la fonction de juge de paix ayant compétence dans les communes visées à l'article 5(4).

Article 2

L'école

1.
Dans les écoles situées dans les localités ladines de la province du Trentin, telles que visées à l'article 5, la langue et la culture ladines constituent une matière obligatoire d'enseignement à respecter conformément à l'article 7 du décret du président de la République du 15 juillet 1988, no 405, et ses modifications successives. Le ladin peut également être utilisé comme langue d'enseignement, selon les règles fixées par les autorités scolaires.

2. Dans les localités ladines, les élèves des établissements d'enseignement secondaire de second cycle et les établissements d'enseignement artistique, qui ont obtenu un diplôme d'études secondaires dans d'autres écoles que celles des localités ladines sont exemptés, sur demande, de l'enseignement de la langue et de la culture ladines.

3. En vertu des procédures de recrutement permanent et provisoire dans le cas des transferts, des usages et des étapes du bureau ainsi que des fonctions du personnel administratif et pédagogique de la province du Trentin auprès des écoles de tous les niveaux des localités ladines, les postes vacants sont réservés et attribués avec une priorité absolue, quant à la répartition d'éventuels postes libres sur le reste du territoire de la province à ceux qui répondent aux exigences prescrites par la réglementation pour les postes concernés et qui ont démontré une connaissance de la langue et de la culture ladines devant un comité formé d'au moins un enseignant du ladin en service dans ces mêmes écoles. La commission est nommée par le surintendant de l'école sur avis de l'Institut culturel ladin.

4. S'il n'est pas possible de combler tous les postes d'enseignement des localités ladines, comme il est prévu au paragraphe 3, des postes vacants sont comblés pour un temps limité ou par des affectations temporaires.

4 bis. Dans les écoles maternelles situées dans les localités ladines, comme il est prescrit au paragraphe 1, le ladin doit être utilisé, à côté de l'italien, comme langue d'enseignement. À cette fin, la loi provinciale prévoit que dans ces écoles, en vertu des procédures de recrutement, d'affectation et de mobilité, il est reconnue comme une priorité absolue le personnel enseignant réunissant les conditions prescrites par la loi pour l'accès à des postes connexes, et qui a démontré une connaissance de la langue et de la culture ladines, laquelle doit être vérifiée selon les dispositions prescrites par la même loi provinciale.

5. Les objectifs de protection de la langue et de la culture ladines, prévues dans le présent article, sont également assurés par la province dans le cadre du cours de formation professionnelle d'une durée de plusieurs années, en tenant compte des caractéristiques formatives et didactiques de ces cours (5).

Article 3

Bureaux publics

1. Dans les bureaux et les administrations visés à l'article 1 pour les localités ladines établies dans la province du Trentin, il est attribué, sur demande, selon les procédures des transferts et des affectations permanentes ou temporaire des postes prévus par la réglementation en vigueur, avec une priorité absolue pour le personnel ayant les qualités prescrites en ce qui concerne la connaissance du ladin.

2. La vérification de la connaissance du ladin aux fins visées par le paragraphe 1 doit être faite par un comité nommé par le commissaire du gouvernement pour la province du Trentin, en accord avec le président de la Junte provinciale, tel qu'il est stipulé par décret du commissaire du gouvernement, après consultation avec le président de la Junte provinciale.

3. Le comité, désigné pour trois ans, est composé de quatre membres effectifs et de quatre membres suppléants, choisis pour moitié entre les citoyens résidant dans les localités ladines. Le comité exerce les fonctions d'un employé appartenant à un niveau de rétribution fonctionnel non inférieur au sixième de celui de l'administration de l'État ou de la Province. Tous les commissaires et le secrétaire doivent posséder une parfaite connaissance de l'italien et du ladin.

4. Les candidats, qui remplissent les conditions prescrites en démontrant une connaissance de la langue ladine devant le comité visé au paragraphe 2, ont droit à une priorité absolue dans le classement des concours publics et dans la sélection du personnel public, même pour des postes temporaires annoncés par les autorités locales des localités ladines et d'autres organismes publics visés au paragraphe 1 de l'article 1, et de façon limitée aux postes vacants dans les bureaux indiqués au même paragraphe 1 (6).

Article 3 bis

Fournisseurs des services publics

1.
Les institutions et les entreprises toutefois décrites et structurées, qui ont leur siège, leur édifice ou leur succursale dans une localité ladine visée à l'article 5, et qui assurent des services publics au 1er  janvier 1993, lesquels ont été exercés par les administrations centrales, même de façon autonome, doivent accorder une priorité absolue pour l'attribution des postes et des transferts dans les édifices et les succursales situés dans les mêmes localités ladines que les individus qui, répondant aux exigences professionnelles prévues, ont fait la demande et ont démontré leur connaissance du ladin selon les modalités prévues aux paragraphes 2 et 3 de l'article 3. 

2. Les institutions et les sociétés visées au paragraphe 1, à l'occasion du recrutement du personnel, doivent identifier les besoins du personnel dans les édifices et les succursales situés dans une localité dans laquelle l'article 5 ne correspond pas aux procédures de mobilité mentionnées au paragraphe 1. Pour combler les lacunes identifiées ci-dessus, les mêmes organismes et sociétés assurent une priorité absolue pour le recrutement, sauf pour des périodes n'excédant pas trente jours, non renouvelables dans l'année, et prévues pour répondre à des besoins exceptionnels dûment justifiés pour ceux qui, répondant aux exigences attendues, même professionnelles, sont inscrits au bureau d'emploi ayant juridiction sur le territoire desdites localités ladines où il a été constaté précédemment la connaissance du ladin, conformément aux dispositions prévues aux paragraphes 2 et 3 de l'article 3 (7).

Article 3 ter

Rétablissement des noms dans leur forme originale

1.
Les citoyens appartenant aux populations ladine, mochène et cimbre ainsi que les résidents de la province de Trente, dont les noms ou les prénoms ont été modifiés depuis la date d'entrée en vigueur de la présente disposition, ou qui ont été dans le passé empêchés d'utiliser leur nom dans leur langue d'appartenance, ont le droit de recevoir, sur la base des documents appropriés, le rétablissement des mêmes noms dans leur forme originale. Tout rétablissement d'un patronyme prend effet même pour les descendants des parties concernées qui n'ont pas atteint l'âge de la majorité ou qui, s'ils sont adultes, ont donné leur consentement.

2. Dans les cas visés au paragraphe 1, la demande doit préciser le nom ou le prénom que le requérant a l'intention de changer et être présentée au maire de la commune de résidence du requérant, qui le transmet d'office au commissaire du gouvernement, en attachant un extrait de l'acte de naissance.  Le commissaire du gouvernement, selon les conditions prévues au paragraphe 1, délivre le décret de rétablissement du nom ou prénom. Pour les membres de la même famille, le commissaire du gouvernement peut procéder au moyen d'un seul décret. Dans le cas d'un refus de la requête, la mesure en cause peut être contestée dans les trente jours de la communication, au moyen d'un recours auprès du ministre compétent qui prend la décision, après avoir obtenu l'avis du Conseil d'État. La procédure est exempte de frais et doit être conclue dans les quatre-vingt-dix jours de la requête.

3. Les bureaux d'état civil des communes concernées s'assurent des annotations résultant de l'application des dispositions du présent article. Tous les autres registres, toutes les listes et le noms des rôles sont rectifiés d'office par la commune et d'autres autorités compétentes (8).

Article 3 quater

Interventions visant à promouvoir les caractéristiques culturelles des populations ladine, mochène et cimbre dans les moyens de transmission radiotélévisée

1. Le ministère des Communications, les sociétés fournissant des services publics de radiotélévision, y compris au moyen d'accords spéciaux avec la province du Trentin, et l'Autorité pour les garanties dans les communications (AGCOM), sans préjudice des directives de la commission parlementaire compétente, s'assurent de prendre toutes les mesures et conditions nécessaires pour la protection des populations ladine, mochène et cimbre dans la province du Trentin.

2. Pour les transmissions et les programmes en ladin, les structures et les activités réalisées dans le cadre des conventions, dont fait partie la loi du 14 avril 1975, no 103, sont normalement utilisées. À cette fin, la Province peut conclure des accords appropriés accords avec les diffuseurs locaux.

3. Dans le contexte des accords visés au paragraphe 1, peuvent être également inclus dans la réception et la diffusion dans le territoire provincial des programmes de radio et de télévision dans les langues du patrimoine culturel européen.

Article 4

Recensements

1.
Dans les recensements généraux de la population italienne, il est mesuré sur la base des déclarations spécifiques des parties concernées, la dimension et l'emplacement des terres appartenant aux populations ladinophones vivant dans la province du Trentin.

2. Dans la première application du présent décret, dans le contexte du programme national de statistiques visé par le décret législatif du 6 septembre 1989, no 322, il est inséré une reconnaissance particulière de la cohérence des citoyens ladinophones résidant dans les localités ladines de la province du Trentin, qui doit être effective dans les deux ans à compter de la date d'entrée en vigueur du présent décret, sous réserve des dispositions de l'article 10 du décret du président de la République du 31 juillet 1978, no 1017, modifié en dernier lieu par l'article 1 du décret législatif du 6 juillet 1993, no 290.

Article 5

Identification des localités ladines

1.
Aux fins du présent décret les communes de Campitello di Fassa-Ciampedel, Canazei-Cianacei, Mazzin-Mazin, Moena-Moena, Pozza di Fassa-Poza, Soraga-Soraga et Vigo di Fassa-Vich sont des localités ladines (10).

Article 5 bis

Dispositions finales

1.
S'appliquent dans la province du Trentin les règles de protection des minorités prévues par la loi du 15 décembre 1992, no. 482, comme les plus favorables parmi les règles en vigueur dans la même province (11).

NOTES

(1) Titre ainsi modifié par l'art. 1 du décret législatif du 2 septembre 1997, no 321.
(2) Article ajouté à l'art. 1 du d.l. du 2 septembre 1997, no 321, et modifié ainsi par l'art. 1 du d.l. du 22 mai 2001, no 261.
(3) Paragraphe ajouté par l'art. 2 du d.l. du 22 mai 2001, no 261.
(4) Article ajouté par l'art. 3 du d.l. du 22 mai 2001, no 261.
(5) Article remplacé ainsi par l'art. 2 du d.l. du 2 septembre 1997, no 321, et modifié par l'art. 1 du d.l. du 8 septembre 1999, no 344.
(6) Paragraphe ainsi remplacé par l'art. 3 du d.l. du 2 septembre 1997, no 321.
(7) Article ajouté par le paragraphe 1 de l'art. 4 du d.l. du 2 septembre 1997, no 321. Selon le paragraphe 2 du même article, les fournisseurs doivent adapter leurs contrats commerciaux avec les dispositions de l'article annoté ici dans les six mois après son entrée en vigueur.
(8) Article ajouté par l'art. 4 du d.l. du 22 mai 2002, no 261.
(9) Article ajouté par l'art. 5 du d.l. du 22 mai 2001, no 261.
(10) Paragraphe ainsi remplacé par l'art. 5 du d.l. du 2 septembre 1997, no 321.
(11) Article ajouté par l'art. 6 du d.l. du 22 mai 2001, no 261.

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