Italie

Décret du président de la République du 2 mai 2001, no 345

Règlement d'application de la loi du 15 décembre 1999, no 482, portant sur les règles de protection des minorités linguistiques historiques

Titre italien: Regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche

Publié au Journal officiel du 13 septembre 2001

Le Décret du président de la République du 2 mai 2001, no 345, sert de règlement d'application à la loi du 15 décembre 199, no 482. La présente version française est traduite de l'italien par Jacques Leclerc et n'a par conséquent qu'une valeur informative. 

Decreto del Presidente della Repubblica
2 maggio 2001, n. 345

Regolamento di attuazione della legge
15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche
(G.U. 13 settembre 2001)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 6 e 87, comma quinto, della Costituzione;

Visto l’art. 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

Vista la legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche;

Considerato che l’art. 17 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, prevede per la sua attuazione l’emanazione di norme regolamentari;

Acquisito il parere delle regioni interessate;

Udito il parere del Consiglio di Stato, reso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nella adunanza del 15 gennaio 2001;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell’11 aprile 2001;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per gli affari regionali, di concerto con i Ministri dell’interno, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, della pubblica istruzione (dell’università e della ricerca scientifica) e per la funzione pubblica;

E M A N A
il seguente regolamento:

Articolo 1

Ambito di applicazione

1) Il presente regolamento è emanato ai sensi dell’articolo 17 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in seguito denominata "legge".

2) Il presente regolamento disciplina altresì l’attuazione della legge alla minoranza linguistica slovena, con riferimento alle disposizioni della legge medesima che trovano ancora applicazione ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 23 febbraio 2001, n. 38, recante "Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena dalla regione Friuli Venezia Giulia".

3) L’ambito territoriale e sub-comunale in cui si applicano le disposizioni di tutela di ciascuna minoranza linguistica storica previste dalla legge coincide con il territorio in cui la minoranza è storicamente radicata e in cui la lingua ammessa a tutela è il modo di esprimersi dei componenti della minoranza linguistica.

4) Entro novanta giorni dal ricevimento delle richieste avanzate dai soggetti di cui al comma 1 dell’articolo 3 della legge, i consigli provinciali, sentiti i comuni, sono tenuti a pronunciarsi, sulla delimitazione dell’ambito territoriale con atto motivato. Lo stesso termine decorre dalla comunicazione dei risultati della avvenuta consultazione di cui al comma 2 dell’articolo 3 della legge, con la quale la popolazione residente nel comune si è pronunciata favorevolmente alla delimitazione dell’ambito territoriale in cui si applicano le disposizioni di tutela.

5) La presenza della minoranza si presume quando il comune o parte di esso sia incluso nella delimitazione territoriale operata da una legge statale o regionale anteriore all’entrata in vigore della legge e che si riferisca esclusivamente alle lingue ammesse a tutela dall’articolo 2 della legge stessa.

6) Entro quindici giorni dalla adozione dei provvedimenti di delimitazione territoriale o di variazione di essa i presidenti dei consigli provinciali ne danno comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali e al Ministero dell’interno – Ufficio centrale per i problemi delle zone di confine e delle minoranze etniche, nonché al Ministero delle comunicazioni, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e alla regione interessata.

7) Le minoranze linguistiche di cui all’articolo 2 della legge, nei casi previsti dall’articolo 3, comma 3, della legge medesima, entro quindici giorni dalla costituzione degli organismi di coordinamento e di proposta ne danno comunicazione, per il riconoscimento, alle amministrazioni previste al comma 4 del presente articolo. Per gli organismi di coordinamento e di proposta già istituiti dalle minoranze, la comunicazione avviene entro tre mesi dalla data di entrata in vigore dal presente regolamento.

Articolo 2

Uso della lingua delle minoranze nelle scuole materne, elementari e secondarie di primo grado

1) Al fine di assicurare l’apprendimento della lingua ammessa a tutela nelle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 4 della legge, il Ministro della pubblica istruzione, prima dell’inizio di ogni anno scolastico, indica i criteri generali per l’attuazione delle misure contenute nell’articolo 4 della legge.

2) Le istituzioni scolastiche di cui all’articolo 4 della legge, nell’ambito della propria autonomia, prevista dall’articolo 21, commi 5, 7, 8, 9, 10 e 12 della legge 15 marzo 1997, n. 59, nonché dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, e dei criteri di cui al comma 1, anche avvalendosi della collaborazione delle università delle regioni interessate, possono avviare una fase di sperimentazione con l’attivazione di corsi di insegnamento di cui all’articolo 4 della legge, per una durata massima di tre anni a decorrere dalla comunicazione da parte dei consigli provinciali degli adempimenti di cui al comma 1 dell’articolo 3 della legge medesima.

3) Dalla fase di sperimentazione, di cui al comma 2, sono escluse le istituzioni scolastiche che già usino anche in via sperimentale una delle lingue ammesse a tutela.

Articolo 3

Iniziative in ambito universitario e scolastico a favore della lingua delle minoranze

1) Il Ministero della pubblica istruzione e il Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica favoriscono le attività di ricerca, formazione, aggiornamento professionale ed educazione permanente a sostegno delle finalità della legge. Essi, in sede di coordinamento ministeriale, definiscono annualmente un quadro formativo di riferimento nel rispetto dell’autonomia didattica delle istituzioni universitarie e scolastiche delle regioni interessate; nell’ambito di tale quadro di riferimento le istituzioni universitarie e scolastiche prevedono percorsi formativi specifici per insegnanti, interpreti e traduttori e le istituzioni universitarie attivano corsi universitari di lingua e cultura delle minoranze linguistiche di cui all’articolo 2 della legge.

Articolo 4

Uso della lingua delle minoranze da parte dei membri dei consigli comunali, comunità montane, province e regioni

1) Gli statuti e i regolamenti degli enti locali ed i regolamenti interni dei consigli regionali, nei cui territori si applicano le disposizioni di tutela, stabiliscono le forme e le modalità degli interventi in lingua minoritaria da parte dei membri degli organi elettivi.

2) Al fine di garantire l’immediata traduzione in lingua italiana, nei casi previsti dall’articolo 7, comma 3, della legge, l’ente locale o la regione assicurano la presenza di personale interprete qualificato.

3) La presenza della condizione, di cui all’articolo 7, comma 2, della legge, deve risultare da apposite deliberazioni emanate dagli organi deliberanti.

Articolo 5

Pubblicazione degli atti ufficiali dello Stato nella lingua ammessa a tutela

1) I comuni nei territori individuati ai sensi dell’articolo 3 della legge, si avvalgono di traduttori qualificati per la pubblicazione nella lingua ammessa a tutela degli atti ufficiali dello Stato, delle regioni e degli enti locali, nonché degli enti pubblici non territoriali.

Articolo 6

Uso orale e scritto delle lingue ammesse a tutela negli uffici delle pubbliche amministrazioni

1) In attuazione dell’articolo 9 della legge, gli uffici delle pubbliche amministrazioni, nei comuni di cui all’articolo 3 della legge medesima, istituiscono almeno uno sportello per i cittadini che utilizzano la lingua ammessa a tutela e possono prevedere indicazioni scritte rivolte al pubblico, redatte, oltre che in lingua italiana, anche nella lingua ammessa a tutela, con pari dignità grafica.

2) Le amministrazioni pubbliche interessate, anche di concerto e nel quadro di un programma di misure tra loro coerenti, sentite le istituzioni di cui all’articolo 16 della legge, e nell’ambito dei criteri definiti ai sensi del comma 1, dell’articolo 8, valutano l’opportunità di modulare gli interventi finanziari ed organizzativi secondo esigenze omogenee connesse alla tutela della lingua.

3) Gli uffici delle pubbliche amministrazioni di cui al comma 1, per la finalità di cui all’articolo 9, comma 2, della legge, possono anche stipulare convenzioni con istituti pubblici di ricerca e professionali, istituzioni scolastiche, università, ed altri soggetti istituzionali o con associazioni senza scopo di lucro, operanti nell’ambito territoriale da almeno tre anni, al fine di reperire e formare personale in grado di rispondere alle esigenze previste dalla legge, ovvero consorziarsi tra loro per le suddette medesime finalità.

4) Per gli atti aventi effetti giuridici ha efficacia solo il testo in lingua italiana. In attuazione dell’articolo 9 della legge, gli enti locali, nei cui territori si applicano le disposizioni di tutela, disciplinano l’uso scritto ed orale della lingua ammessa a tutela nelle rispettive amministrazioni. Tutte le forme di pubblicità degli atti previsti da leggi sono effettuate in lingua italiana, ferma la possibilità di effettuarle anche nella lingua ammessa a tutela.

Articolo 7

Riconoscimento del diritto al ripristino dei nomi originari

1) La domanda, il provvedimento, le copie relative, gli scritti e i documenti prodotti ai fini dell’art. 11 della legge sono esenti da ogni tassa. Copia del decreto di ripristino del nome o del cognome è trasmessa dal prefetto al sindaco del comune di residenza, che ne dà comunicazione agli uffici e alle amministrazioni interessati, nonché all’ufficiale dello stato civile, perché si provveda alle annotazioni di cui all’art. 94, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, limitatamente, per quanto concerne i discendenti maggiorenni, a coloro che abbiano prestato il proprio consenso. Il consenso è prestato mediante esplicita dichiarazione, accompagnata da copia fotostatica di un documento di identità che viene allegata alla domanda.

Articolo 8

Procedure di finanziamento

1) Entro il 15 febbraio di ogni anno il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Comitato consultivo di cui all’art. 12 del presente regolamento, definisce con decreto i criteri per la ripartizione dei fondi previsti dagli articoli 9 e 15 della legge, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del Decreto Legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

2) Le amministrazioni dello Stato e gli enti pubblici non economici a carattere nazionale trasmettono, entro il termine perentorio del 30 giugno di ogni anno, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali, un programma dettagliato degli interventi relativi agli adempimenti previsti dall’articolo 9 della legge, quantificando contestualmente il fabbisogno.

3) Gli enti locali, le camere di commercio e le aziende sanitarie locali trasmettono, alle regioni di cui al comma 4, entro il termine perentorio del 30 giugno di ogni anno, un programma dettagliato degli interventi relativi agli adempimenti previsti dalla legge, quantificando contestualmente il fabbisogno.

4) Ai fini della istruttoria relativa alle richieste di finanziamento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali, stipula con le regioni interessate per territorio specifici protocolli d’intesa in ordine ai progetti redatti dai soggetti di cui al comma 3. Detti protocolli possono prevedere che l’erogazione dei finanziamenti avvenga per il tramite delle regioni stesse.

5) Ciascuna regione di cui al comma 4, entro il termine perentorio del 30 settembre di ogni anno, trasmette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri i progetti di cui al comma 3, con le modalità previste dai protocolli d’intesa, corredati delle proprie osservazioni, con particolare riguardo alla compatibilità, nonché alla coerenza dei progetti stessi con la legislazione regionale eventualmente più favorevole in materia. Congiuntamente a detti progetti la regione unisce quello relativo agli interventi regionali.

6) Entro il 31 ottobre di ogni anno con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono ripartite le somme previste dagli articoli 9 e 15 della legge.

7) Entro il 31 dicembre di ogni anno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri provvede alla liquidazione delle somme spettanti ed al loro trasferimento ai soggetti di cui ai commi precedenti, nel rispetto delle modalità previste dal presente articolo.

8) Le regioni provvedono entro, quarantacinque giorni al trasferimento dei fondi spettanti ai soggetti che hanno trasmesso i progetti degli interventi ai sensi del comma 3.

9) Qualora una o più regioni non aderiscano ai protocolli d’intesa di cui al comma 4, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento affari regionali, provvede direttamente all’espletamento dei compiti relativi all’istruttoria dei progetti ed alla relativa erogazione dei finanziamenti ai soggetti di cui al comma 3.

10) La rendicontazione prevista dall’articolo 15, comma 3, della legge deve essere accompagnata da un relazione esplicativa dei motivi degli interventi che si intendono realizzare e di quelli attuati nell’anno precedente, e dei risultati conseguiti.

Articolo 9

Toponomastica

1) L’applicazione dell’articolo 10 della legge, è disciplinata dagli statuti e dai regolamenti degli enti locali interessati.

2) Nel caso siano previsti segnali indicatori di località anche nella lingua ammessa a tutela, si applicano le normative del codice della strada, con pari dignità grafica delle due lingue.

Articolo 10

Interpreti e traduttori

1) In materia di incarichi agli interpreti e ai traduttori, si applicano le disposizioni vigenti legislative e contrattuali, anche sotto il profilo del trattamento economico.

Articolo 11

Contratto di servizio con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo

1) Nell’ambito delle finalità di cui all’art. 12 della legge la convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, e il conseguente contratto di servizio individuano, di preferenza nel territorio di appartenenza di ciascuna minoranza, la sede della società stessa cui sono attribuite le attività di tutela della minoranza, nonché il contenuto minimo della tutela, attraverso la prevista attuazione per ciascuna lingua minoritaria di una delle misure oggetto delle previsioni di cui all’articolo 11, comma 1, lettera a) della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie.

2) La convenzione ed il contratto di servizio in corso vengono adeguati, in sede di prima attuazione a quanto previsto dal comma 1.

Articolo 12

Comitato tecnico consultivo

1) Il Ministro per gli affari regionali almeno due volte l’anno consulta, ai fini della applicazione della legge, l’apposito Comitato tecnico consultivo, istituito con proprio decreto il 17 marzo 2000.

Articolo 13

Disposizione transitoria

1) Nella prima fase di applicazione del presente regolamento i termini di cui ai commi 2 e 3 dell’articolo 8, sono fissati in tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento; i termini di cui ai commi 5, 6, 7, del medesimo articolo 8 sono fissati, rispettivamente, in quattro, cinque e sette mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.

2) Il presente regolamento si applica alla minoranza linguistica slovena fino alla completa operatività della legge 23 febbraio 2001, n. 38, recante "Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena nella regione Friuli Venezia Giulia".

3) Entro un anno dalla sua entrata in vigore il presente regolamento è sottoposto a revisione.

Décret du président de la République
du 2 mai 2001, no 345

Règlement d'application de la loi
du 15 décembre 1999, no 482, portant sur les règles de protection des minorités linguistiques historiques
(Journal officiel du 13 septembre 2001)

LE PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE

Attendu les articles 6 et 87, 5e paragraphe de la Constitution;

Attendu le paragraphe 1 de l'article 17 de la loi du 23 août 1988, no 400;

Attendu la loi du 15 décembre 1999, no 482, présentant des règles en matière de protection des minorités linguistiques historiques;

Ayant considéré que l'article 17 de la loi du 15 décembre 1999, no 482, prévoit pour son application l'élaboration de normes réglementaires;

Ayant reçu l'avis des régions intéressées;

Ayant entendu l'avis du Conseil d'État, ayant rapporté les sections consultatives pour les actes normatifs lors de l'assemblée du 15 janvier 2001 ;

Attendu la délibération du Conseil des ministres adoptée lors de la réunion du 11 avril 2001 ;

Sur proposition du président du Conseil des ministres et du ministre des Affaires régionales, de concert avec les ministres de l'Intérieur, du Trésor, du Budget et de la Programmation économique, de l'Instruction publique (de l'Université et de la Recherche scientifique) et de la Fonction publique ;

PROMULGUE
le règlement suivant:

Article 1er

Domaine d'application

1) Le présent règlement est promulgué selon les termes de l'article 17 de la loi du 15 décembre 1999, no 482, dorénavant appelée «loi».

2) Le présent règlement régit aussi l'application de la loi sur la minorité linguistique slovène, avec référence aux dispositions de la même loi qui trouvent encore application aux sens du paragraphe 2 de l'article 1 de la loi 23 du février 2001, no 38, portant sur les «Règles en matière de protection de la minorité linguistique slovène de la région du Frioul-Vénétie Julienne».

3) L'espace territorial et communal dans lequel les dispositions de protection s'appliquent pour chaque minorité linguistique historique prévue par la loi coïncide avec le territoire dans lequel la minorité est historiquement implantée et dans lequel la langue reconnue en matière de protection sert de moyen d'expression des membres de la minorité linguistique.

4) Quatre-vingt-dix jours avant la réception des requêtes présentées et assujetties au paragraphe 1 de l'article 3 de la loi, les conseils provinciaux, régionaux et municipaux sont tenus de se prononcer sur la délimitation de l'espace territorial par un acte justificatif. La même limite prend effet lors de la communication des résultats de la consultation produite selon le paragraphe 2 de l'article 3 de la loi, avec laquelle la population résidant dans la commune s'est prononcée favorablement pour la délimitation du domaine territorial dans lequel s'appliquent les dispositions de protection.

5) La présence de la minorité est reconnue lorsque la commune ou une partie d'entre elle est comprise dans la délimitation territoriale activée par une loi nationale ou régionale antérieure à l'entrée en vigueur de la loi et qu'il se réfère exclusivement aux langues déclarées sous la protection de l'article 2 de ladite loi.

6) Quinze jours avant l'adoption des mesures ou des changements de la délimitation territoriale, les présidents des conseils provinciaux transmettent le communiqué à la présidence du Conseil des ministres - Département pour les affaires régionales et au ministère de l'Intérieur - Bureau central pour les problèmes des zones de frontière et des minorités ethniques, ainsi qu'au ministère des Communications, à l'Autorité pour les garanties dans les communications, à la société concessionnaire de service public pour la radiotélévision et à la région intéressée.

7) Les minorités linguistiques reconnues à l'article 2 de la loi, selon les cas prévus au paragraphe 3 de l'article 3 de la même loi, quinze jours avant la constitution des organismes de coordination et de proposition transmettent un communiqué pour la reconnaissance, aux administrations prévues au paragraphe 4 du présent article. Pour les organismes de coordination et de proposition déjà constitués auprès des minorités, le communiqué est envoyé trois mois avant l'entrée en vigueur du présent règlement.

Article 2

L'emploi de la langue des minorités dans les écoles maternelles, primaires et secondaires de premier degré

1) Afin d'assurer l'apprentissage de la langue déclarée sous protection dans les établissements scolaires prévus à l'article 4 de la loi, le ministre de l'Instruction publique, avant le début de chaque année scolaire, précise les critères généraux pour la réalisation des mesures contenues dans l'article 4 de la loi.

2) Les établissements scolaires mentionnées à l'article 4 de la loi, dans le cadre de leur autonomie, tel qu'il est prévu à l'article 21, paragraphes 5, 7, 8, 9, 10 et 12 de la loi du 15 mars 1997, no 59, ainsi que dans le Décret du président de la République du 8 mars 1999, no 275, et d'après les critères mentionnés au paragraphe 1, tout en ayant recours à la collaboration des universités dans les régions concernées, peuvent commencer une phase d'expérimentation avec l'activation de cours d'enseignement prévus à l'article 4 de la loi pour une durée supérieure à trois années à partir du communiqué provenant des conseils provinciaux sur la mise en œuvre du paragraphe 1 de l'article 3 de la même loi.

3) De la phase d'expérimentation prévue au paragraphe 2, sont exclues les établissements scolaires qui emploient déjà une phase expérimentale avec l'une des langues déclarées sous protection.

Article 3

Initiatives dans le domaine scolaire et universitaire en faveur de la langue des minorités

1) Le ministère de l'Instruction publique et le ministère de l'Université et de la Recherche scientifique et technologique favorisent les activités de recherche, de formation, de modernisation professionnelle et de l'éducation permanente à l'appui des objectifs de la loi. En séance de coordination ministérielle, ces ministères définissent annuellement un cadre formatif de référence dans le respect de l'autonomie didactique des établissements scolaires et universitaires et des régions intéressées; dans le domaine de ce cadre de référence, les établissements scolaires et universitaires prévoient des activités de formation spécifiques pour les enseignants, les interprètes et les traducteurs, et les établissements universitaires mettre en marche des cours universitaires sur la langue et la culture des minorités linguistiques prévus à l'article 2 de la loi.

Article 4

L'emploi de la langue des minorités de la part des membres des conseils communaux, des communautés de montagnes, des provinces et des régions

1) Les statuts et les règlements des organismes locaux et des règlements internes des conseils régionaux, dans les territoires où s'appliquent les dispositions de protection, établissent les régimes et les modalités des interventions dans la langue minoritaire de la part des membres des organismes électifs.

2) Afin de garantir l'immédiate traduction en italien, dans les cas prévus à l'article 7.3 de la loi, l'organisme local ou la région assure la présence du personnel d'interprétariat qualifié.

3) La présence des conditions de l'article 7.2 de la loi doit résulter des résolutions appropriées provenant des organismes décisionnels.

Article 5

Publication des actes officiels de l'État dans la langue reconnue pour la protection

1) Les communes dans les territoires déterminés selon les dispositions de l'article 3 de la loi doivent se servir de traducteurs qualifiés pour la publication des actes officiels de l’État, des régions et des organismes locaux, ainsi que des organismes publics non territoriaux dans la langue bénéficiant de protection.

Article 6

L'emploi oral et écrit des langues déclarées sous protection dans les bureaux des administrations publiques

1) En conformité avec l'article 9 de la loi, les bureaux des administrations publiques, dans les communes prévues à l'article 3 de ladite loi, prévoient au moins un guichet (service) pour les citoyens qui utilisent la langue déclarée sous protection et peuvent prévoir des indications écrites adressées au public, rédigées en plus de l'italien également dans la langue bénéficiant de la protection, avec un choix typographique identique.

2) Les administrations publiques intéressées, en concertation et dans le cadre d'un programme de mesures préparées entre elles, relativement aux institutions prévues à l'article 16 de la loi et dans le domaine des critères définis aux termes du paragraphe 1 de l'article 8, évaluent les possibilités d'adapter des interventions financières et organisationnelles selon des exigences homogènes reliées à la langue bénéficiant de la protection linguistique.

3) Les bureaux des administrations publiques relatives au paragraphe 1, aux fins de l'article 9.2 de la loi, peuvent également prévoir des ententes avec des institutions publiques en recherche et en profession, avec des établissements scolaires et des universités et autres organismes institutionnels ou avec des associations sans but lucratif, œuvrant dans l'espace territorial depuis au moins trois ans, afin de trouver et de former du personnel en mesure de répondre aux exigences prévues par la loi, ou se concerter entre eux pour les mêmes susdites fins.

4) Pour les actes ayant des effets juridiques, seul le texte en italien doit être valable. En application avec l'article 9 de la loi, les organismes locaux, là où les territoires appliquent les dispositions de protection, réglementent l'emploi oral et écrit de la langue déclarée sous protection dans les administrations respectives. Toutes les formes de publicité des actes prévus par la loi sont rédigés en italien et peuvent être rédigés également dans la langue protégée.

Article 7

Reconnaissance du droit au rétablissement des noms d'origine

1) Toute requête, toute disposition, tout exemplaire concernant les documents écrits produits aux fins de l'article 11 de la loi sont exemptés de toute taxe. Toute copie du décret rétablissement le nom et le prénom est transmise du préfet au syndic de la commune de résidence, qui en transmet la communication aux administrations et aux bureaux concernés, ainsi qu'au responsable de l'état civil, pour qu'il pourvoie aux annotations relatives à l'article 94.1 du décret du président de la République du 3 novembre 2000, no 396, de façon limitée, en autant que cela concerne les descendants majeurs qui ont donné leur consentement. Le consentement est prêté au moyen d'une déclaration explicite accompagnée d'une photocopie du document d'identité qui est annexée à la requête. 

Article 8

Procédures de financement

1) Au 15 février de chaque année, le président du Conseil des ministres, après consultation du Comité consultatif sur l'article 12 du présent règlement, établit par décret les critères pour la répartition des fonds prévus aux articles 9 et 15 de la loi et à la la Conférence unifiée relative à l'article 8 du décret législatif du 28 août 1997, no 281.

2) Les administrations de l'État et les organismes publics non économiques à caractère national transmettent, avant le délai péremptoire du 30 juin de chaque année, à la présidence du Conseil des ministres Département pour les affaires régionales , un programme détaillé des interventions relatives aux réalisations prévues à l'article 9 de la loi, en quantifiant contextuellement les besoins.

3) Les organismes locaux, les chambres de commerce et les entreprises sanitaires locales transmettent aux régions, selon le paragraphe 4, avant le terme péremptoire du 30 juin de chaque année, un programme détaillé des interventions relatives aux réalisations prévues par la loi, en quantifiant contextuellement les besoins.

4) Aux fins de l'instruction relative aux requêtes de financement, la présidence du Conseil des ministres - Département pour les affaires régionales -, prévoit avec les régions intéressées pour les territoires spécifiques des protocoles d'entente en règle avec les projets rédigés sur des sujets du paragraphe 3. Lesdits protocoles peuvent prévoir que la distribution du financement soit produite par les régions elles-mêmes.

5) Chaque région soumise au paragraphe 4, avant le délai péremptoire du 30 septembre de chaque année, transmet à la présidence du Conseil des ministres les projets relatifs au paragraphe 3 avec les modalités prévues lors des protocoles d'entente, accompagnés de ses observations, avec les détail concernant leurs compatibilités, ainsi que la pertinence de ces projets avec la législation régionale éventuellement plus favorable en la matière. Conjointement auxdits projets, la région réunit ceux concernant les interventions régionales.

6) Au 31 octobre de chaque année, avec le décret du président du Conseil des ministres, les sommes sont réparties en vertu des articles 9 et 15 de la loi.

7) Au 31 décembre de chaque année, la présidence du Conseil des ministres pourvoit au partage et au transfert des sommes revenantes assujetties aux paragraphes précédents, dans le respect des modalités prévues du présent article.

8) Les régions pourvoient dans les quarante-cinq jours au transfert des fonds accordés aux organismes qui ont transmis les projets de leurs interventions aux termes du paragraphe 3.

9) Dans l'éventualité où une ou plusieurs régions n'adhèrent pas aux protocoles d'entente prévus au paragraphe 4, la présidence du Conseil des ministres - Département affaires régionales -, pourvoit directement à la réalisation des tâches relatives à l'instruction des projets et à la répartition des sommes prévues au paragraphe 3.

10) L'allocation des sommes prévues à l'article 15.3 de la loi doit être accompagnée d'une justification explicite sur les raisons des interventions qui entendent se réaliser et de celles réalisés au cours de l'année précédente, ainsi que des résultats atteints.

Article 9

Toponymie

1)
L'application de l'article 10 de la loi est réglementée par les statuts et règlements des organismes locaux concernés.

2) Dans les cas prévus pour les signaux des affiches des localités dans la langue déclarée sous protection, les règlements du code de la route sont appliqués, avec la parité graphique dans les deux langues.

Article 10

Interprètes et traducteurs

1) En matière de tâche d'interprétariat et de traduction, les dispositions contractuelles et légales en vigueur s'appliquent, même au point de vue des conditions salariales.

Article 11

Contrat de service avec les sociétés concessionnaires des services publics de la radiotélévision

1) Dans le cadre des objectifs prévus à l'article 12 de la loi, l'accord entre le ministère des Communications et la société concessionnaire de service public de la radiotélévision et le contrat de service conséquent, de préférence dans le territoire d'appartenance de chaque minorité, le siège de la société même où sont attribuées les activités de protection de la minorité, ainsi que le contenu minimum de la protection, à travers les réalisations prévues pour chaque langue minoritaire à propos des mesures dont font l'objet les prévisions de l'article 11, paragraphe 1, paragraphe a) de la Charte européenne des langues régionales et minoritaires.

2) La convention et le contrat de service en cours sont adoptés lors de la première réalisation prévue au paragraphe 1.

Article 12

Comité consultatif technique

1) Le ministre des Affaires régionales consulte au moins deux fois par année, aux fins de l'application de la loi, le Comité consultatif technique, institué par le décret particulier du 17 mars 2000.

Art. 13

Disposition transitoire

1) Durant la première phase d’application du présent règlement, et selon les termes des paragraphes 2 et 3 de l’article 8, sont fixés dans les trois mois à partir de l’entrée en vigueur du présent règlement les termes des paragraphes 5, 6, 7, et ceux de l’article 8 sont fixés respectivement dans les quatre, cinq et sept mois après l’entrée en vigueur du présent règlement.

2) Le présent règlement s'applique à la minorité linguistique slovène jusqu'à la mise en vigueur complète de la loi du 23 février 2001, no 38, portant sur les «Règles en matière de protection de la minorité linguistique slovène de la région du Frioul-Vénétie Julienne».

3) Un an après son entrée en vigueur, le présent règlement est passible de révisions.

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