LOI PROVINCIALE du 13 février 1997, no 4

Enseignement de la langue et culture ladines dans l'enseignement obligatoire

http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/binary/pat_minoranze/NormativaPAT/LP_13_febbraio_97_ita.1191844512.pdf

LEGGE PROVINCIALE 13 febbraio 1997, n. 4

Insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo

(b.u. 25 febbraio 1997, n. 10)

Articolo 1

Introduzione dell'insegnamento della lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo

1. Sono approvati per la scuola dell'obbligo dei comuni delle località ladine della provincia di Trento i programmi di insegnamento della lingua e cultura ladina secondo quanto stabilito all'allegato A, parti I, II e III della presente legge.

2. L'insegnamento obbligatorio della lingua e cultura ladina viene impartito dalla prima classe della scuola elementare e dalla prima classe della scuola media in modo graduale a partire dall'anno scolastico 1997/98 e comunque in relazione alle risorse disponibili e alla formazione degli insegnanti.

3. Il comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico di cui all'articolo 7 della legge provinciale 9 novembre 1990, n. 29, come modificato dall'articolo 6 della legge provinciale 16 ottobre 1992, n. 19, provvede alla valutazione degli effetti derivanti dall'applicazione della presente legge nel suo complesso, sul piano amministrativo, organizzativo, didattico, nonché sugli apprendimenti conseguenti all'applicazione dei programmi di lingua e cultura ladina. A tal fine il comitato provvede alla redazione ogni tre anni di una apposita relazione e la invia alla Giunta provinciale per una verifica dell'impatto dell'applicazione della legge e per l'adozione di eventuali provvedimenti migliorativi di competenza (1).

Allegato A (articolo 1) (2)

Parte I

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola dell'obbligo

Premessa

La lingua e cultura ladina viene inserita nel programma didattico della scuola elementare e della scuola media della Val di Fassa. La ragione di tale inserimento va trovata anzitutto nell'articolo 3 della Costituzione, nell'articolo 102 dello statuto speciale per il Trentino - Alto Adige e infine nell'articolo 2 del decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592 (3).

La lingua ladina viene aggiunta alle altre lingue già insegnate nella scuola dell'obbligo in tutta la provincia di Trento per non discriminare gli alunni della Val di Fassa sia in termini di mobilità (i trasferimenti da e verso altre scuole sarebbero stati difficili) sia verso la pluralità culturale del mondo moderno e dell'Unione europea, anche con particolare riferimento alla vicina area centro europea, che ha comportato la scelta dell'insegnamento generalizzato del tedesco nella scuola dell'obbligo (cfr. premessa ai programmi di lingua straniera per la scuola dell'obbligo).

Poiché il bilinguismo è una realtà diffusa sia nella valle sia nelle scuole materne, l'introduzione della lingua ladina non produce un eccessivo carico psicolinguistico: al bambino non viene chiesto di iniziare "ex novo" l'acquisizione della lingua ladina, ma più semplicemente di sistematizzare e completare la padronanza di tale lingua che, almeno in maniera ricettiva, è in parte presente nella sua mente. Se si considera inoltre che il ladino viene già insegnato, almeno in maniera sperimentale, nelle scuole materne della valle, non si verifica un eccesso di novità per il bambino all'ingresso in prima elementare, in quanto tra materne ed elementari si realizza un processo di continuità.

In conclusione, un modello di educazione linguistica che include la lingua materna (in prevalenza ladina e residualmente italiana), la lingua seconda (italiana o ladina) e la lingua straniera (tedesco) è giustificato sul piano culturale e non presenta particolari problemi sul piano psicolinguistico; al contrario, come dimostrato dall'esperienza condotta in numerosi paesi, un sistema complesso come quello proposto per la Val di Fassa permette di conseguire una maturazione sia linguistica (che si trasferisce anche sulla qualità dell'apprendimento della lingua nazionale, l'italiano) sia cognitiva, che per il meccanismo psicodidattico noto come "transfer" si riflette su tutto lo spettro delle discipline insegnate, linguistiche e non.

Il ladino e l'educazione linguistica

L'insegnamento della lingua ladina si inserisce nel quadro dell'alfabetizzazione culturale e più specificamente dell'educazione linguistica, così come essa è delineata nei programmi ministeriali del 1979 per la scuola media, del 1985 per la scuola elementare e nei programmi provinciali del 1995.

L'educazione linguistica riguarda, sia pure in diversa misura, tutte le discipline e le attività, e, in particolare, tende sia a far acquisire all'alunno, come suo diritto fondamentale, l'uso del linguaggio in tutta la varietà delle sue funzioni e delle sue forme, sia a garantire lo sviluppo delle capacità critiche nei confronti della realtà. L'uomo infatti si avvale principalmente della lingua per organizzare la propria comprensione della realtà e per comunicarla, esprimerla, interpretarla.

Con la lingua l'uomo arricchisce il suo dato interiore e ordina, chiarisce ed adegua lo strumento della comunicazione verbale. Di questa devono essere analizzate forme, strutture, genesi ed evoluzione storica e deve anche essere colto il significato evocatore di civiltà e di esperienze umane, culturali e sociali.

L'educazione linguistica viene perseguita in maniera specifica nelle ore dedicate all'insegnamento dell'italiano, del ladino e delle lingue straniere. Nell'ambito dell'educazione linguistica, l'insegnamento dell'italiano e del ladino mirano a far conseguire specificamente il possesso dinamico della lingua. Accanto all'italiano e al ladino, ciascuna delle quali può essere lingua prima e seconda nella formazione dei singoli allievi, si insegnano due lingue straniere. Esse hanno il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, alla conquista delle capacità espressive e comunicative degli alunni, anche mediante l'allargamento degli orizzonti culturali, sociali e umani, reso possibile dal contatto che la conoscenza delle lingue straniere consente con realtà storiche e socio-culturali diverse da quella italiana e ladina.

Parte II

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola elementare

Il ladino nel curricolo elementare

La lingua ladina è sia oggetto di insegnamento sia strumento nell'insegnamento di altre aree disciplinari.

a) Primo ciclo.

Nel primo ciclo il ladino è insegnato per un'ora settimanale e viene usato per almeno una seconda ora settimanale per attività nell'area dei linguaggi (musicale, artistico o motorio, secondo moduli la cui organizzazione, durata ecc. è definita in sede di programmazione didattica). L'insegnamento può essere condotto in stretta collaborazione con il docente che ha la responsabilità per la stessa area, oppure dall'insegnante di modulo, purché bilingue e specializzato nei problemi di didattica del ladino. L' orario può essere definito in maniera flessibile nell'ambito della programmazione didattica, accorpando le attività in maniera differenziata in diversi periodi. In questo ciclo si mirerà essenzialmente a uniformare la competenza comunicativa degli alunni anche con l'introduzione graduale della scrittura in modo da accentuare quello che di comune c'è tra i sistemi grafici italiano e ladino.

b) Secondo ciclo.

Prosegue l'insegnamento del ladino per un'ora settimanale, con un passaggio dall'uso prevalentemente orale a quello scritto e ad una prima riflessione contrastiva tra le varie lingue. Inoltre, per almeno due ore settimanali (sulla base di una flessibile programmazione del collegio docenti), il ladino viene usato per affrontare temi di carattere sia antropologico sia scientifico, oltre che dell'area dei linguaggi, in modo da approfondire in una prospettiva centrata sul mondo ladino quanto viene proposto in italiano dal resto del modulo docente.

Finalità

L'apprendimento della lingua ladina si prefigge le seguenti finalità:

a) consolidare nei bambini di madrelingua ladina, e iniziare, in quelli di lingua italiana, un processo di duplice categorizzazione della realtà, con la conseguente attività di comparazione continua ed esplicita tra i due mondi; il risultato sarà un arricchimento dello sviluppo cognitivo in generale e di quello metalinguistico in particolare;

b) permettere a ogni soggetto di comunicare con tutti gli abitanti della valle in modo tale che la lingua madre, sia questa il ladino o l'italiano, diventi solo una delle tante caratteristiche della personalità, non un ostacolo alla comunicazione, all'interazione, allo scambio;

c) avviare alla comprensione della cultura ladina e, attraverso questa, anche di altre culture e di altri popoli. Ciò avviene attraverso due processi antitetici ma paralleli: da un lato, riconoscendo le diversità e le differenze tra mondo italiano e mondo ladino, assumendo un atteggiamento di tolleranza e di rispetto per il diverso; dall'altro iniziando la scoperta delle matrici culturali e storiche comuni all'interno dell'Unione europea.

Obiettivi

Le finalità formative del punto precedente sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia, per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente. Gli obiettivi non vengono qui elencati in termini di contenuti, ma di "saper fare" da raggiungere secondo itinerari da definire secondo le programmazioni di singoli insegnanti e del consiglio di classe.

a) "saper fare" con il ladino: ciò significa che il ladino dovrebbe essere insegnato con una precisa finalizzazione comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola elementare, il bambino dovrebbe essere in grado di assolvere, attraverso brevi esecuzioni linguistiche, alle principali funzioni del linguaggio:

1) funzione personale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di presentarsi, di dire la propria età e residenza, di esprimere i propri gusti circa le principali esperienze del suo vissuto, di esprimere il proprio stato fisico (fame, sete, caldo, ecc.) e psichico (tristezza, soddisfazione, ecc.);

2) funzione interpersonale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di aprire e chiudere uno scambio, di scusarsi, di attrarre l'attenzione, di offrire, di accettare e rifiutare qualcosa, di ringraziare;

3) funzione strumentale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di avanzare/comprendere richieste e offrire/ricevere istruzioni operative relative ai domini sociali della sua vita quotidiana (la scuola, la vita familiare, i giochi, ecc.);

4) funzione referenziale: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di offrire/comprendere descrizioni del mondo naturale, della città (richieste di informazioni circa luoghi, ecc.), dell'ambiente sociale e familiare, della scuola;

5) funzione poetico-immaginativa: il bambino dovrebbe essere in grado di comprendere testi narrativi, cogliendo la dinamica situazionale, il ruolo dei personaggi, i principali incidenti, dovrà poi apprendere a cogliere il fatto che molte poesiole, conte, canti, ecc., hanno valore per il loro gioco linguistico prima ancora che per il contenuto;

6) funzione metalinguistica: il bambino dovrebbe almeno essere in grado di spiegare in ladino il significato di una parola; quanto alla denominazione grammaticale, che dovrebbe essere in ladino, è opportuno ridurla al minimo e dovrà essere coerente con quella utilizzata nell'insegnamento dell'italiano (e del tedesco);

b) "saper fare" lingua: visto che sia l'italiano sia il ladino sono lingua materna di parte del gruppo classe le abilità scritte verranno sviluppate parallelamente in italiano e ladino, ma, nei primi mesi, si punterà soprattutto sugli elementi comuni tra i due sistemi grafici. Nella comprensione, l'aspetto globale avrà la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale verrà suggerita ma non sarà oggetto di lavoro lungo e totalizzante;

c) competenza linguistica e comunicativa: la conoscenza delle principali regole che costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Il desiderio di completezza, di esaustività, non dovrà trovare soddisfazione nella scuola elementare, dove il bambino sarà portato a riflettere sulla lingua che effettivamente ha usato, anche se ciò significa lasciare scoperti alcuni aspetti: la scuola elementare infatti non è che il primo momento di uno studio linguistico che si estende per più anni. L'impianto teorico di descrizione linguistica e la relativa terminologia saranno coerenti tra italiano, tedesco e ladino, contribuendo in tal modo anche alla standardizzazione di quest'ultima lingua che è in corso in questi anni. Gli aspetti sociolinguistici saranno limitati ad una presa di coscienza del variare della lingua, sia attraverso la presentazione di diverse varietà del ladino nella valle e l'individuazione avrà differenze fondamentali, sia attraverso la riflessione sulla diversità dei registri;

d) comprendere la cultura ladina, intesa sia come modo di vivere e come reticolo di valori e atteggiamenti, sia come retaggio culturale che si esprime in fatti sociali (feste, proprietà comune del bosco, ecc.), sia in fatti e testimonianze artistiche (dalla musica all'arte, dalla scultura alla danza), sia nella tradizione narrativa, poetica, ecc. Un cenno particolare verrà posto sull'evoluzione autonoma della cultura ladina rispetto a quelle vicine, accentuando sia le matrici comuni con la cultura italiana, derivata anche questa dal latino, sia con quella tedesca, che è da secoli a contatto con le valli ladine. Quanto alla pluralità del mondo ladino, il concetto di varietà culturale, così come quello di varietà linguistica visto sopra, assume particolare rilevanza, soprattutto in quanto il bambino della Val di Fassa deve comprendere che la sua è solo una delle realizzazioni della ladinità, e che le altre non sono né migliori o peggiori, ma solamente diverse; la provincia autonoma di Trento si colloca infatti in una prospettiva in cui la diversità culturale, purché non divenga ostacolo allo scambio, è una ricchezza e non una difficoltà.

Indicazioni didattiche

Per aiutare il bambino a raggiungere senza difficoltà il traguardo sopra annunciato, la scelta del metodo riveste una grande importanza. Sarà bene, perciò, che l'insegnante (che sarà uno specialista che insegna solo la lingua fino a quando non saranno adeguatamente formati insegnanti specializzati) programmi l'attività didattica tenendo conto di alcuni suggerimenti desunti dalle più valide esperienze in atto.

Sequenza ottimale di acquisizione

L'approccio alla lingua seconda rispetta sostanzialmente la sequenza comprensione assimilazione-produzione, ovviamente nei limiti in cui tale processo può realizzarsi nella scuola elementare.

Si è osservato, soprattutto nei bambini più piccoli e all'inizio dello studio di una lingua seconda, un periodo di latenza linguistica: il bambino comprende ma non tenta la produzione autonoma. Tale periodo può durare anche mesi e non va violato con forti pressioni alla produzione, soprattutto nel primo ciclo; esso va piuttosto superato attraverso l'uso della ripetizione e della drammatizzazione corali, attraverso un'azione di aumento dell'auto-stima, attraverso giochi talmente motivanti da far sì che il desiderio di giocare sia superiore al timore di usare la lingua seconda.

Rapporto fra ladino orale e ladino scritto

È necessario che inizialmente l'attività didattica si svolga in forma orale, sviluppando nell'alunno la capacità di comprendere i messaggi e di rispondere ad essi in maniera adeguata.

Successivamente ci si potrà avvalere, con opportuna gradualità, anche di materiali che propongano all'alunno esempi molto semplici di ladino scritto, attivando in lui la consapevolezza delle diversità esistenti tra il codice orale e quello scritto.

Dimensione ludica: il gioco e i giochi didattici

Sin dall'inizio si utilizzeranno cartelloni, disegni, maschere, burattini e marionette, si organizzeranno giochi individuali e di gruppo per stimolare l'apprendimento naturale delle strutture fonologiche, lessicali e morfosintattiche del ladino e per stimolare ad un uso creativo della lingua.

Il gioco non dovrà essere inteso solo come ricorso ai giochi, ma come un atteggiamento di fondo, continuo: parlare in ladino tra due bambini di lingua madre italiana non ha senso se non si imposta tutto come un grande gioco tra le cui regole ce n'è una fissa: la lingua del gioco è il ladino.

L'aderenza a una piena ludicità dovrà vedersi anche nel modo in cui si corregge l'inevitabile errore e nel modo in cui si affronta la grammatica ladina.

Dall'uso alla riflessione sul ladino

Attraverso attività motivanti, il bambino è aiutato ad acquisire e ad usare il lessico con una certa libertà di variazione all'interno di facili strutture fisse. In un secondo tempo, l'alunno sarà avviato a eseguire alcune semplici riflessioni linguistiche in situazioni di contrasto o analogia fra l'italiano e il ladino.

Particolarmente importante, sotto questo profilo, sarà l'acquisizione di un considerevole patrimonio lessicale, scoperto e riutilizzato in situazioni significative attraverso l'ascolto, la conversazione, l'associazione audiovisiva (immagine - parola - frase), l'apprendimento di modi di dire, di filastrocche e di canzoni. Il ricorso ad alcuni sussidi ormai ampiamente diffusi, come il registratore audio e le videocassette, agevolerà il compito dell'insegnante in questo settore.

Organizzazione dell'insegnamento

L'organizzazione scolastica è parte essenziale dell'insegnamento del ladino. Essa ha tre aspetti:

a) organizzazione logistica: i bambini hanno bisogno di associare l'uso di una lingua diversa dalla solita a persone (l'insegnante) attività (certi giochi) e luoghi diversi dai soliti. Poiché in molte scuole è disponibile un'aula in più di quelle richieste dal numero delle classi, essa verrà attrezzata come aula di ladino.

b) organizzazione dell'orario delle lezioni: poiché a parità di esposizione (ad esempio: due ore settimanali) il numero di incontri (ad esempio 3x40 minuti) è una variabile che incrementa la qualità e la gratuità dell'acquisizione linguistica, essa potrà essere tenuta in considerazione. Per garantire la collaborazione con i colleghi delle aree disciplinari in cui il ladino è lingua veicolare, la lezione di ladino e quelle dell'altra area dovrebbero essere consecutive; inoltre la distribuzione delle lezioni di ladino può variare, secondo un modulo flessibile, di periodo in periodo;

c) organizzazione dell'attività di programmazione: essa deve essere tale da consentire all'insegnante di ladino, che si raccorda con più moduli, di essere davvero posto in grado di programmare accuratamente il suo lavoro. Tale fase di programmazione coinvolgerà anche il docente di italiano e quello di tedesco (cfr. sotto).

Raccordo tra gli insegnanti di italiano, ladino e tedesco

Il raccordo tra i docenti dell'area linguistica è particolarmente stimolante in Val di Fassa dove, in prospettiva, tutti i docenti dovrebbero avere una conoscenza base del ladino, dell'italiano e del tedesco.

Il raccordo tra i tre docenti è condizione necessaria per il buon esito dell'insegnamento del ladino, ed è un buon contributo ad un incremento qualitativo della sensibilità linguistica in italiano.

Le esperienze di analisi comparativa tra alcuni sistemi linguistici basilari (quali ad esempio i pronomi personali soggetto, il sistema dei numeri e dei generi, ecc.) saranno particolarmente interessanti in queste scuole, perché la presenza di due lingue locali (italiano e ladino, assimilate in molti casi fin dalla scuola materna) e del tedesco, per quanto ancora in fase di acquisizione, consentono molte riflessioni sulla natura del linguaggio, da un lato, e sulle similarità e differenze tra le lingue europee, dall'altro.

Il raccordo con la scuola media e la scuola materna

Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si possono effettuare varie iniziative:

a) scambi di visite su un progetto programmato, per cui gli allievi di prima media tornano, per qualche giorno a lavorare nelle quinte elementari durante l'autunno, e i bambini di quinta vanno a visitare quelli di prima media qualche mese dopo, in primavera;

b) scambi di informazioni tra docenti: ad esempio, si consiglia all'insegnante elementare di stendere un inventario delle funzioni, delle strutture e dei principali universi lessicali che sono acquisiti dai suoi allievi al momento del passaggio alla scuola media; su tale base, l'insegnamento di scuola media eviterà dunque di ricominciare da capo, azione demotivante e che squalifica di fatto, nella percezione dell'allievo, il lavoro svolto nella scuola elementare e, in prospettiva, mette le basi per dequalificare al biennio il lavoro delle medie. Sulla base delle stesse modalità indicate
per il raccordo tra scuola elementare e media, sarà stabilito un sistema di raccordo tra scuola materna e scuola elementare.

Esami di licenza

L'esame di licenza della scuola elementare includerà, nel colloquio, riferimenti alla cultura ladina e potrà prevedere anche l'interazione orale e la lettura in lingua ladina in relazione al percorso di alfabetizzazione ladina seguito dai singoli alunni, risultante dalle schede di valutazione.

Parte III

Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola media

Il ladino nel curricolo della scuola media

Nella scuola media il ladino è oggetto di insegnamento formale per un'ora settimanale e viene utilizzato come lingua veicolare per almeno due ore, secondo un progetto del consiglio di classe che coinvolga, nell'arco del triennio, il maggior numero di discipline, secondo un'organizzazione flessibile dell'orario di intervento del docente di ladino in rapporto agli altri ambiti disciplinari.

Finalità

L'insegnamento del ladino nella scuola media ha il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, ed in modo particolare con lo studio della lingua italiana e di quelle straniere, alla formazione di una cultura di base e allo sviluppo delle capacità di comprendere, di esprimersi e di comunicare degli alunni.

Lo studio della lingua ladina in un'area bilingue si innesta con quanto già fatto nella scuola materna ed elementare e ne persegue la finalità: far sì che per ogni abitante della valle la lingua madre, sia questa il ladino o l'italiano, diventi solo una delle tante caratteristiche della personalità, non un ostacolo alla comunicazione, all'interazione, all'autorealizzazione.

Procedendo ad un'analisi più dettagliata, si terrà presente che l'insegnamento della lingua ladina persegue le seguenti finalità:

a) aiutare ed arricchire lo sviluppo cognitivo; nella scuola media ciò può avvenire attraverso:

1) l'offerta di un ulteriore strumento di organizzazione delle conoscenze oltre all'italiano e alle due lingue straniere;

2) le attività cognitive che sono proprie dell'apprendimento linguistico, quali la generalizzazione delle regolarità, la riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, ecc.;

3) l'analisi comparativa tra i sistemi linguistici del ladino, dell'italiano della prima e della seconda lingua straniera;

4) la capacità di ipotizzare i contenuti di un testo sulla base dell'osservazione del contesto e delle proprie conoscenze del mondo;

5) lo sviluppo di abilità complesse come il riassunto e la stesura di appunti (che presuppongono l'individuazione dei punti nodali di un testo, la loro gerarchizzazione e selezione) o la progettazione di testi via via più complessi dal punto di vista contenutistico, quindi più approfonditi dal punto di vista dell'analisi della realtà;

b) essere in grado, alla fine della scuola media, di esprimersi e di comunicare indifferentemente nelle due lingue della valle senza trovare ostacoli significativi;

c) avviare alla comprensione della pluralità culturale attraverso due processi antitetici ma paralleli:

1) da un lato, riconoscendo le diversità e le differenze, pur con l'assunzione di un atteggiamento di tolleranza e di rispetto per il diverso;

2) dall'altro individuando quelle matrici culturali e storiche comuni che, al di sotto della superficiale differenza tra lingue, fanno dei due gruppi linguistici della valle un'entità unitaria;

d) avviare un processo di riflessione sulle strategie di apprendimento, in modo che l'allievo impari ad imparare la lingua e le lingue, cioè sia in grado di continuare permanentemente a perfezionare la propria competenza comunicativa in italiano e ladino e sia in grado di perfezionare la sua conoscenza delle lingue straniere e di apprenderne altre con maggiore facilità.

Obiettivi

Le finalità dell'insegnamento del ladino sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente.

Obiettivi generali

Lo studio del ladino dovrebbe giungere a risultati precisi e concreti sul piano dell'uso linguistico e adeguati al livello di età degli allievi. Tali risultati sono misurabili in base all'effettivo possesso, da parte degli allievi, di abilità operative, ricettive e produttive, sia per quanto riguarda la lingua orale sia per quanto riguarda la lingua scritta e sono riferibili alla capacità di saper comprendere e produrre contesti significativi di lingua orale e di lingua scritta.

Gli obiettivi generali sopra evidenziati si realizzano in una serie di obiettivi glottodidattici precisi, che rimandano a quelli già perseguiti dagli allievi nella scuola elementare.

Obiettivi specifici

Nella scuola media gli obiettivi della lingua ladina vengono proposti in maniera parallela a quelli della lingua italiana e straniera, per consentire, data l'omogeneità di impianto, un effettivo lavoro di raccordo con la scuola elementare e con la scuola superiore, e per consentire una piattaforma comune per la programmazione integrata tra i docenti di italiano, ladino, tedesco e seconda lingua straniera.

Tale programmazione può avvenire seguendo le funzioni (cfr. lettera a), ad esempio focalizzando l'attenzione per un certo periodo nelle quattro lingue sul problema della referenzialità, dell'espressione personale, e così via, in altri momenti si può lavorare tutti insieme allo sviluppo di abilità di base, dal riassunto alla progettazione di testi, ecc. (cfr. lettera b); infine, quanto alle grammatiche illustrate alla lettera c, si offre la possibilità unica nella provincia autonoma di Trento di procedere ad analisi contrastive su quattro lingue, con un rafforzamento metalinguistico, metacomunicativo e cognitivo che apre potenzialità specifiche per gli studenti della valle.

Gli obiettivi specifici dell'insegnamento del ladino nella scuola media sono i seguenti:

a) saper fare con la lingua. La lingua verrà insegnata con una precisa finalizzazione comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola media, lo studente dovrà essere in grado di assolvere alle principali funzioni del linguaggio:

1) funzione personale: il ragazzo dovrebbe almeno essere in grado di presentarsi, di dire la propria età e residenza, di esprimere i propri gusti circa le principali esperienze del suo vissuto, di esprimere il proprio stato fisico (fame, sete, caldo, ecc.) e psichico (tristezza, soddisfazione, ecc.), di esprimere i propri desideri e i propri progetti di autorealizzazione. Dovrebbe anche essere in grado di comprendere tali atti comunicativi oralmente e per iscritto;

2) funzione interpersonale: l'allievo dovrebbe almeno essere in grado di aprire e chiudere uno scambio orale (anche telefonico) e una lettera sia formale sia amichevole; di scusarsi; di attrarre l'attenzione; di offrire, accettare e rifiutare qualcosa; di ringraziare; tali atti comunicativi dovrebbero essere eseguibili sia a livello colloquiale sia a livello formale; si dovrebbe porre anche attenzione al diverso modo in cui queste frequenti intenzioni comunicative vengono realizzate nelle diverse aree geografiche, in modo da essere in grado almeno di comprenderne le diverse provenienze e di agire nelle diverse valli in cui il ladino è parlato;

3) funzione strumentale: il ragazzo dovrebbe essere in grado di avanzare/comprendere richieste e di offrire/ricevere istruzioni operative relative ai domini sociali della sua vita quotidiana: la scuola, la vita familiare, i giochi, il funzionamento di apparecchiature, ecc.;

4) funzione referenziale: il ragazzo dovrebbe essere in grado di produrre/comprendere oralmente e per iscritto descrizioni del mondo naturale, della città (richieste di informazioni circa luoghi, ecc.), dell'ambiente familiare, della scuola, della struttura sociale sia del proprio paese sia di quello straniero, nonché relazioni su eventi passati e progetti per l'attività futura o previsioni di eventi futuri; dovrebbe anche essere in grado di comprendere testi referenziali di carattere storico relativi al mondo ladino;

5) funzione poetico-immaginativa: il ragazzo dovrebbe essere in grado di comprendere testi narrativi scritti e teatrali, cogliendo la dinamica situazionale, il ruolo dei personaggi, i principali incidenti; dovrà poi apprendere a cogliere il fatto che molti testi letterari, soprattutto poetici, hanno valore per il loro gioco linguistico prima ancora che per il contenuto;

6) funzione metalinguistica: il ragazzo dovrebbe essere in grado di spiegare con perifrasi una parola non conosciuta dall'interlocutore; quanto alla denominazione grammaticale, a quella italiana si affiancherà quella in ladino; essa dovrà essere coerente con quella utilizzata nell'insegnamento dell'italiano e delle due lingue straniere; l'allievo apprenderà anche a comprendere la speciale lingua usata nell'apprendimento linguistico: tipologia di esercizi e loro tipiche consegne, indicazioni di attività didattiche, e così via;

b) saper fare lingua. Le abilità linguistiche che riceveranno maggiore attenzione e che avranno sempre priorità temporale, in ladino come nelle altre tre lingue, sono quelle audio-orali, (la comprensione, il dialogo, il monologo) anche se le abilità scritte assumeranno un ruolo via via maggiore per garantire alla fine della scuola dell'obbligo, la piena alfabetizzazione. Nella comprensione è opportuno che l'aspetto globale abbia la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo (quest'ultimo dovrebbe essere di norma breve e solo occasionale) l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale diverrà gradualmente un fattore integrante della misurazione e della valutazione. Nella produzione, la fase di progettazione dei testi orali o scritti è altrettanto importante quanto la realizzazione linguistica; la coesione e la coerenza dei testi prodotti sono rilevanti quanto la correttezza formale e la ricchezza lessicale in termini di misurazione e valutazione. Nell'attività dialogica si porrà particolare attenzione, oltre che all'efficacia comunicativa, anche alla appropriatezza sociolinguistica, insieme con la coerenza e la coesione tra le battute e alla correttezza formale;

c) competenza linguistica e metalinguistica. La conoscenza delle principali regole che costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Si inizierà comunque un'attività di riflessione che potrà portare nel biennio della scuola superiore ad una sistemazione più matura delle conoscenze formali sulla lingua ladina.

Indicazioni metodologiche

Sviluppo delle abilità linguistiche

Si tratta di un processo integrato, soprattutto tra ladino e italiano, ma fortemente in sintonia anche con le due lingue straniere. Oltre a rispettare sempre la priorità delle abilità audio-orali e di quelle di manipolazione (riassunto, parafrasi, raccolta di appunti essenziali per lo studio), verrà dato adeguato spazio alle abilità scritte, ma sempre in considerazione dell'effettivo uso che se ne fa nella Val di Fassa.
All'espressione scritta si potrà comunque pervenire, in ladino come nelle altre lingue, dopo che siano stati accertati la comprensione e l'uso corretto dei modelli orali, senza peraltro accantonare o procrastinare l'uso dello scritto.

Si utilizzeranno esercizi che consentano di adoperare la lingua in situazioni di comunicazione, ad esempio:

a) per fare e comprendere informazioni in una comunicazione orale di tipo quotidiano corrente;
b) per descrivere (oralmente o per iscritto) luoghi, oggetti, persone;
c) per leggere testi narrativi, di giornale, ma anche di carattere amministrativo, giuridico, per quanto presenti nell'uso effettivo della Val di Fassa, stando a quanto previsto dalla legge.

Riflessione sulla lingua

La riflessione sulla lingua, senz'altro indispensabile, dovrebbe essere condotta partendo dall'uso concreto della lingua in un contesto e non da schemi grammaticali. È opportuno che tale riflessione comprenda sia gli aspetti morfologico-sintattici sia quelli semantico-comunicativi.

La riflessione sulla lingua può offrire occasione anche per i necessari riferimenti culturali dato che la lingua è elemento rilevatore del contesto socio-culturale.

Le possibili diverse impostazioni dell'analisi linguistica richiedono che i docenti di italiano e di ladino, nel consiglio di classe, raggiungano una intesa sulla terminologia grammaticale da adottare.

Rapporto tra l'insegnamento del ladino, delle altre lingue e delle altre discipline

Tutti i docenti impegnati nell'insegnamento delle varie lingue concorrono ad un unico progetto di educazione linguistica. Essi dovranno perciò procedere ad una apposita programmazione integrata individuando dei processi linguistico-cognitivi comuni alle varie lingue, al di là della differente quantità di lingua padroneggiata dagli allievi in italiano, ladino e lingue straniere.

Poiché il processo di riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, che si realizza in maniera sempre più sistematica mano a mano che l'allievo progredisce nella scuola media, è comune alle varie lingue, le linee di fondo per l'analisi e la relativa terminologia saranno necessariamente comuni per i vari insegnanti.

Particolarmente utili saranno esperienze di analisi comparativa tra le varie lingue. L'atteggiamento comparativo può essere presente in continuità, pur con brevi cenni o raffronti; oltre a tale costante impostazione, si potranno prevedere delle esperienze comparative che, di quando in quando, superino anche la divisione oraria tra le varie lingue. Si possono raffrontare sistemi linguistici (il repertorio dei fonemi, i pronomi personali, la struttura temporale dei verbi, ecc.) ma anche sociolinguistici, culturali, e così via.

Quanto al rapporto con le altre discipline per le attività in cui il ladino è lingua veicolare, si attribuisce al consiglio di classe la possibilità di prevedere moduli flessibili; che implichino anche mutamenti d'orario temporanei per consentire la realizzazione delle attività stesse.

Rapporto con la scuola elementare

Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si consiglia di invitare, in primavera, allievi di quinta a seguire per alcuni giorni le lezioni, o alcune di esse, presso la prima media, in modo da venire a contatto con la logica organizzativa e culturale della loro futura scuola. In autunno poi, dopo che sono entrati nella media, gli allievi possono visitare le scuole elementari di provenienza per raccontare come sono le scuole medie, e in tal modo formalizzare le loro prime impressioni. Tali iniziative vanno concordate e programmate.

Quanto allo specifico del ladino si prevederanno incontri in cui il docente delle elementari comunica al collega delle medie:

a) il tipo di approccio e di metodo seguito;
b) le tecniche didattiche di cui gli allievi sono già padroni;
c) la terminologia metalinguistica che è stata utilizzata;
d) le funzioni, gli universi lessicali, gli aspetti grammaticali e culturali che sono già acquisiti dai bambini, in modo da non ricominciare da capo (ciò potrà avvenire attraverso uno studio comune dei materiali didattici usati nelle elementari).

Il docente della scuola media, in quanto libero di scegliere la metodologia che ritiene più proficua al raggiungimento degli obiettivi, non è tenuto a far proprie quelle del collega che l'ha preceduto (ciò vale anche per cambi di docenti tra classe e classe della scuola media) ma dovrà aver cura di garantire un congruo periodo di raccordo, in modo che il ragazzo abbia il tempo di adattarsi alla nuova struttura della scuola media prima di dover riadattare le sue strategie e attività di acquisizione della lingua stessa.

Esame di licenza media

L'esame di lingua ladina è parte integrante del colloquio orale anche se potrà includere la lettura di testi letterari o non, in ladino. Non si prevede una prova scritta per non aumentare il numero delle stesse e per non porre quindi un peso eccessivo sull'allievo.

NOTE

(1) Vedi anche il d.p.g.p. 11 maggio 1998, n. 10-82/Leg.
(2) Si omettono le note esplicative (con la trascrizione delle disposizioni citate), erroneamente incluse nel testo dell'allegato. Per lo statuto speciale vedi il d.p.r. 31 agosto 1972, n. 670.
(3) Per lo statuto speciale vedi il d.p.r. 31 agosto 1972, n. 670.
 

LOI PROVINCIALE du 13 février 1997, no 4

Enseignement de la langue et culture ladines dans l'enseignement obligatoire

(Bulletin officiel du 25 février 1997, no 10)

Article 1er

Présentation de l'enseignement de la langue et de la culture ladines à l'école

1. Sont approuvés pour l'enseignement obligatoire dans les communes des localités ladines de la province de Trento les programmes d'enseignement de la langue et la culture ladines tels qu'ils apparaissent à l'Annexe A, partie I, II et III de la présente loi.

2. L'enseignement obligatoire de la langue et la culture ladines est dispensé à partir de la première année de l'école primaire et de la première de l'enseignement intermédiaire de manière progressive à partir de l'année scolaire 1997-1998 et de toute façon en tenant compte des ressources disponibles et de la formation des enseignants.

3.   Le comité provincial de l'évaluation du système scolaire visé à l'article 7 de la loi provinciale du 9 novembre 1990, no 29, tel que modifié à l'article 6 de la loi provinciale du 16 octobre 1992, no 19, prévoit l'évaluation des effets de l'application de la présente loi dans son ensemble, sur les plans de l'administration, de l'organisation didactique et de l'apprentissage conséquent à l'application des programmes de langue et de culture ladines. À cette fin, le comité prévoit, tous les trois ans, la rédaction d'un rapport spécial et l'envoie à la Junte provinciale pour vérifier l'impact de l'application de la loi et adopter éventuellement des améliorations possibles relatives à la maîtrise (1).

Annexe A (article 1) (2)

Partie I

Programmes de langue et de culture ladines pour l'enseignement obligatoire

Préambule

La langue et la culture ladines est incorporé dans le programme du primaire et de l'enseignement intermédiaire dans le Val di Fassa. La raison de cette intégration se trouve principalement à l'article 3 de la Constitution, à l'article 102 du Statut spécial pour le Trentin-Haut-Adige, puis à l'article 2 du décret législatif du 16 décembre 1993, no 592 (3).

La langue ladine est ajoutée à d'autres langues déjà enseignées à l'école obligatoire de la province de Trente afin de ne pas discriminer les élèves du Val di Fassa en termes de mobilité (les transferts vers d'autres écoles serait difficile) et vers la diversité culturelle du monde moderne et l'Union européenne, avec une référence particulière à la région voisine de l'Europe centrale, qui a conduit au choix de l'enseignement généralisé de l'allemand dans l'enseignement obligatoire (voir l'introduction aux programmes de langue étrangère pour l'enseignement obligatoire).

Puisque le bilinguisme est une réalité répandue dans la vallée aussi bien dans les écoles maternelles, l'introduction de la langue ladine ne produit pas de charge psycholinguistique excessive : les enfants ne sont pas tenus de recommencer l'acquisition du langage «à nouveau», mais plus simplement d'organiser et d'achever la maîtrise de cette langue qui, au moins de manière réceptive, est en partie présente dans leur esprit. Si l'on considère que le ladin est déjà enseigné au moins à titre expérimental dans les écoles maternelles de la vallée, il ne se produit pas un excès de nouveauté pour un enfant entrant en première année, comme cela se fait dans les écoles maternelles et primaires, caron y atteint un processus de continuité.

En conclusion, un modèle d'enseignement de la langue, qui comprend la langue maternelle (de façon prédominante en ladin et de façon résiduelle en italien), la langue seconde (italien ou ladin) et la langue étrangère (allemand), se justifie au plan de la diversité culturelle et ne présente pas de problèmes particuliers en termes psycholinguistiques. Au contraire, comme l'a démontré l'expérience dans de nombreux pays, un système complexe tel que celui proposé pour le Val di Fassa permet d'atteindre une maturité soit linguistique (qui se transfère également sur la qualité de la langue nationale, l'italien) soit cognitive qui, au point de vue du mécanisme psychodidactique, est connue sous le nom de «transfert» et se reflète dans l'éventail des disciplines enseignées, linguistiques ou autres.

Le ladin et l'éducation linguistique

L'enseignement de la langue s'insère dans le cadre de l'alphabétisation culturelle et plus précisément dans l'éducation linguistique, tel qu'elle est décrite dans les programmes ministériels de 1979 pour l'école intermédiaire, de 1985 pour l'école primaire et de 1995 dans les programmes provinciaux.

L'éducation linguistique concerne, mais à des degrés divers, toutes les disciplines et activités et, en particulier, vise à faire acquérir à la fois à l'élève, comme un droit fondamental, l'usage du langage dans toute la variété de ses fonctions et de ses formes, afin d'assurer le développement des capacités critiques à l'égard de la réalité. L'homme se sert principalement de la langue pour organiser sa compréhension de la réalité et pour la communiquer, l'exprimer et l'interpréter.

Avec la langue, l'homme enrichit son intérieur et l'ordre des données, clarifie et adapte l'instrument de la communication verbale. Avec celle-ci doivent être analysées les formes, les structures, la genèse et l'évolution historique, et doivent être également compris l'importance de la civilisation et tout ce qui évoque les expériences humaines, culturelles et sociales.

L'éducation linguistique est poursuivie de manière spécifique dans les heures consacrées à l'enseignement de l'italien, du ladin et des langues étrangères. Dans le domaine de l'éducation linguistique, l'enseignement de l'italien et du ladin sont conçus pour répondre spécifiquement à la maîtrise dynamique de la langue.  À côté de l'italien et du ladin, dont chacune peut être la langue première et la langue seconde dans la formation de chaque élève, deux langues étrangères sont enseignées. Elles ont la tâche de contribuer, en harmonie avec d'autres disciplines, à l'élargissement des capacités expressives et communicatives des élèves, notamment par l'élargissement des horizons culturels, sociaux et humains, rendu possible par le contact que permet la connaissance des langues étrangères avec une réalité historique et socioculturelle différente de l'italien et du ladin.

 Partie II

Programmes de langue et de culture ladines pour l'école primaire

Le ladino dans le curriculum du primaire

La langue ladine est à la fois un objet et un instrument d'enseignement dans l'enseignement des autres disciplines.

a) Premier cycle

Dans le premier cycle, le ladin n'est dispensé qu'une heure par semaine et est utilisé pour au moins une deuxième heure par semaine pour les activités dans le domaine du langage (musicale, artistique ou force motrice, selon les modules, dont l'organisation, la durée, etc., et définies dans le programme pédagogique). L'enseignement peut être dispensé en étroite collaboration avec l'enseignant qui a la responsabilité de la même région, ou par l'enseignant du module, à la condition qu'il soit bilingue et spécialisé dans les problèmes pédagogiques du ladin. L'horaire peut être définie avec souplesse dans le cadre des programmes pédagogiques en combinant les activités de différentes façons à différents moments. Dans ce cycle, on devra se concentrer principalement sur la standardisation des compétences en communication chez les étudiants avec l'introduction progressive de l'écriture afin de souligner les éléments communs entre les systèmes graphiques de l'italien et du ladin.

b) Second cycle

L'enseignement du ladin est poursuivi pendant une heure par semaine, avec un décalage de l'usage prédominant de l'oral vers l'écrit et une première réflexion comparative entre les différentes langues. En outre, pour au moins deux heures par semaine (sur la base d'une programmation souple du corps professoral), le ladin est utilisé pour traiter des questions à caractère à la fois scientifique et anthropologique, ainsi que le domaine du langage, afin d'approfondir dans une perspective centrée sur le monde ladin ce qui est proposé en italien dans le reste du module enseignant.

But

L'apprentissage de la langue ladine est destinée aux fins suivantes: 

a) consolider chez les enfants de langue ladine, et pour commencer, chez ceux en langue italienne, un processus de double catégorisation de la réalité, avec des activités de comparaison continue et explicite entre les deux mondes; il en résultera un enrichissement du développement cognitif en général et métalinguistique en particulier;

b) permettre à chacun de communiquer avec tous les résidents de la vallée de sorte que la langue maternelle, que ce soit ladin ou italien, devienne l'un des nombreux traits de personnalité, et non une entrave à la communication, l'interaction et l'échange ;

c) commencer à comprendre la culture ladine et, à travers celle-ci, même d'autres cultures et d'autres peuples. Cela se produit par deux processus opposés, mais parallèles: d'une part, en reconnaissant la diversité et les différences entre le monde italien et le monde ladin, en assumant une attitude de tolérance et de respect de l'autre; d'autre part, en s'initiant à la découverte des modèles culturels et historiques communs au sein de l'Union européenne.

Objectifs

Les objectifs de formation du point précédent sont incontournables; leur réalisation dans les objectifs, tels qu'ils sont décrits en termes prescriptifs dans cette section, doivent toutefois être adaptés à la réalité des situations locales au sein de la programmation des organismes collectifs et en respectant la liberté d'enseignement de chaque enseignant. Les objectifs ne sont pas énumérés ici en termes de contenu, mais de «savoir faire» pour atteindre en second lieu des itinéraires à définir en conformité avec les programmations d'enseignants particuliers et du conseil de classe.

a) Le «savoir faire» avec le ladin : cela signifie que le ladin devrait être enseigné avec une mise au point spécifique de la communication qui permet à l'élève de «faire», d'agir dans la société et de satisfaire ses propres besoins grâce à la langue comme instrument. À la fin de l'école primaire, l'enfant doit être en mesure de mener à bien de brèves au moyen des principales fonctions du langage:

1) la fonction personnelle : l'enfant doit au moins être en mesure de se présenter, de révéler son âge et son domicile, d'exprimer ses préférences pour la plupart des expériences importantes de son passé, d'exprimer son état physique (faim, soif, chaleur, etc.) et psychiques (tristesse, satisfaction, etc.);

 2) la fonction interpersonnelle : l'enfant doit au moins être en mesure d'ouvrir et de terminer un échange, de présenter des excuses, d'attirer l'attention, d'offrir, accepter et refuser quelque chose, de remercier;

3) la fonction instrumentale : l'enfant doit au moins être en mesure de faire et de comprendre des demande, de fournir et de recevoir des instructions relatives au domaine social de sa vie quotidienne (école, vie familiale, jeux, etc.) ;

4) la fonction référentielle : l'enfant doit au moins être en mesure d'offrir et de comprendre des descriptions du monde naturel, de la ville (demandes d'informations sur les lieux, etc.), de l'environnement social et familial, de l'école ;

5) la fonction poétique : l'enfant doit être en mesure de comprendre des textes narratifs en recourant à la dynamique de la situation, au rôle des personnages, aux principaux incidents, et doit ensuite apprendre à saisir le fait que plusieurs rimes, comptes, chants, etc., ont une valeur par leur jeu linguistique autant même que pour leur contenu;

6) la fonction métalinguistique : l'enfant doit être au moins en mesure d'expliquer en ladin le sens d'un mot dans un discours; quant à la description grammaticale, qui doit être en ladin, il convient de la réduire au minimum et être conforme à celle utilisée dans l'enseignement de l'italien (et de l'allemand) ;

b) Le «savoir faire» de la langue : puisque l'italien et le ladin constituent la langue maternelle d'une partie d'une groupe de classe, les habiletés écrites sont développées parallèlement en italien et en ladin, mais dans les premiers mois, il conviendra de se concentrer principalement sur les points communs entre les deux systèmes graphiques. Dans la compréhension, l'aspect global a priorité sur la compréhension des détails; dans le dialogue et le monologue, l'efficacité de la communication est considérée comme plus pertinente que la correction formelle, ce qui est suggéré, mais ne fera pas l'objet de longs travaux comptabilisés.

c) Compétence linguistique et en communication :  la connaissance des principales règles qui constituent les compétences linguistiques (phonologie, morphosyntaxe, vocabulaire, textes) doit être une connaissance opérationnelle, c'est-à-dire basée sur la capacité d'utiliser les connaissances plutôt qu'une connaissance théorique basée sur la réflexion grammaticale. Le désir d'intégralité et d'exhaustivité ne devrait pas trouver satisfaction à l'école primaire où l'élève est porté à réfléchir sur la langue réellement utilisée, même si cela signifie d'abandonner certains aspects: l'école primaire n'est pas en effet ne constitue pas la première étape pour l'étude d'une langue qui s'étend sur plusieurs années. La description théorique du langage et la terminologie doivent être compatibles avec l'italien, l'allemand et le ladin, en contribuant ainsi à la normalisation de la dernière langue en cours de ces années. Les aspects sociolinguistiques doivent être limitées à une prise de conscience diversifiée de la langue, à la fois par la présentation des différentes variétés du ladin dans la vallée et l'identification des différences fondamentales par la réflexion sur la diversité des registres;

d) Comprendre la culture ladine, comprise à la fois comme un mode de vie et comme un réseau de valeurs et d'attitudes, à la fois comme un patrimoine culturel qui s'exprime dans des activités sociales (fêtes, propriété commune de la forêt, etc.), dans les faits et les témoignages artistiques (de la musique à l'art, de la sculpture à la danse) et qui s'inscrit aussi dans la tradition de la fiction, de la poésie, etc. Une attention spéciale doit être portée sur le développement du ladin comme culture autonome et distincte des langues voisines, en soulignant à la fois les modèles communs avec la culture italienne, qu'il s'agisse également de celle dérivée du latin ou avec l'allemand qui a été pendant des siècles en contact avec les vallées ladines. Quant à la diversité du monde ladin, le concept de la diversité culturelle, ainsi que celle de la diversité linguistique mentionnée précédemment, est d'une importance particulière, d'autant plus que l'enfant du Val di Fassa doit comprendre que sa culture n'est qu'une des réalisations de la ladinité, et que les autres ne sont ni mieux ni pires, seulement différentes; et la province autonome de Trento est un élément dans une perspective dans laquelle la diversité culturelle, à condition que ne pas devenir obstacle aux échanges, ils ne deviennent pas des obstacles au commerce, est une richesse, non une difficulté.  atout, pas un problème.

Directives pédagogiques

Pour aider l'enfant à atteindre facilement les objectifs mentionnés ci-dessus, le choix de la méthode revêt une grande importance. Il est bien par conséquent que l'enseignant (qui est un spécialiste qui enseigne seulement la langue jusqu'à ce que des enseignants spécialisés soient formés) planifie des activités pédagogiques en tenant compte des suggestions tirées de l'expérience la plus précieuse en acte.

Séquence optimale d'acquisition

L'approche de la langue seconde doit favoriser pour l'essentiel l'acquisition de la séquence compréhension-production dans la mesure où ce processus peut être réalisé à l'école primaire.

Il a été observé, en particulier chez les jeunes enfants et au début de l'étude d'une langue seconde, une période de latence linguistique: l'enfant comprend, mais ne tente pas des productions autonomes. Cette période peut durer des mois et ne devrait pas être contrainte à de fortes pressions pour des production, surtout dans le premier cycle; elle doit être surmontée en recourant à la répétition et la dramatisation chantée, l'action grâce à l'amélioration de l'estime de soi, des jeux tellement motivants de sorte que l'envie de jouer est plus grande que la crainte d'utiliser une langue seconde.

Rapport entre le ladin oral et le ladin écrit

Il est nécessaire que l'enseignement se fasse d'abord sous forme orale, en développant chez l'élève la capacité de comprendre les messages et d'y répondre adéquatement.

Par la suite, il est possible de façon progressive, même dans les matières qui proposent des exemples très simples de ladin écrit à l'élève, de susciter la conscience de la différence existant entre l'oral et le code écrit.

Dimension ludique: le jeu et les jeux didactiques

Dès le début, il convient d'utiliser des affiches, des dessins, des masques et des marionnettes,  et d'organiser des jeux individuels et collectifs pour stimuler l'apprentissage naturel des structures phonologiques, lexicales et morphosyntaxiques du ladin et pour stimuler un emploi créatif de la langue.

Le jeu ne doit pas être interprété seulement comme un prétexte à jouer, mais comme une attitude fondamentale continuelle: parler le ladin entre deux enfants dont la langue maternelle italienne n'a pas de sens si un grand jeu n'est pas établi dont les règles ne constituent pas une fin: la langue du jeu doit être le ladin.

Le soutien au caractère ludique doit également être vu comme une façon de corriger les erreurs inévitables dans la façon dont est traitée la grammaire ladine.

Le recours à réflexion sur le ladin

Grâce à des activités motivantes, l'enfant est aidé à acquérir et à utiliser le vocabulaire avec une certaine liberté de variation à l'intérieur de structures fixes et faciles. Dans une deuxième étape, l'élève commencer à effectuer quelques réflexions linguistiques simples dans les situations de conflit ou de similitude entre l'italien et le ladin.

Il est particulièrement important à cet égard que l'enfant va acquérir un patrimoine lexical considérable découvert et réutilisé dans des situations concrètes par l'écoute, la conversation, l'association audiovisuelle (image-mot- phrase), l'apprentissage des modalités de l'expression, par les comptines et les chansons. L'utilisation de certaines moyens de soutien largement répandus, comme l'enregistreuse et le magnétoscope doit faciliter le travail de l'enseignant dans ce domaine.

Organisation de l'enseignement

L'organisation scolaire est une partie essentielle de l'enseignement du ladin. Elle a trois aspects :

a) L'organisation logistique : les enfants ont besoin d'associer l'emploi d'une autre langue que celle utilisée d'habitude par les personnes (les enseignants) responsables des activités (certains jeux) et dans des lieux habituels différents. Comme dans de nombreuses écoles une salle de classe est disponible en plus de celles requise pour le nombre de classes, elle sera équipée comme une salle de ladin.

b) L'organisation des cours :  parce que à égalité d'exposé (par exemple, deux heures par semaine) le nombre de rencontres (par exemple, 3 x 40 minutes) est une variable qui augmente la qualité et l'indépendance dans l'acquisition du langage, ce nombre peut être pris en considération. Pour assurer une collaboration avec des collègues dans des disciplines où la langue est le ladin, le cours de ladin et celui d'une autre discipline doivent être consécutifs; également, la répartition des classes de ladin peut varier, selon une forme souple d'une période à l'autre;

c) L'organisation du programme : il doit être de nature à permettre à l'enseignant de ladin, qui s'inscrit dans plusieurs modules, d'être vraiment en mesure de planifier son travail avec soin. Cette phase de planification implique aussi l'enseignant de l'italien et de l'allemand (voir ci-dessous).

Rapprochement des enseignants d'italien, de ladin et d'allemand

Le rapprochement entre les professeurs langue est particulièrement stimulant dans le Val di Fassa, où, à l'avenir, tous les enseignants doivent posséder une connaissance de base du ladin, de l'italien et de l'allemand.

Le rapprochement entre les trois types d'enseignants est une condition nécessaire pour enseigner le ladin avec succès et constitue une bonne contribution à l'amélioration de la qualité de la sensibilité linguistique en italien.

Les expériences d'analyses comparatives de certains systèmes linguistiques de base (par exemple, les pronoms personnels sujets, le système des genres et des nombres, etc.) sont particulièrement intéressants dans ces écoles, parce que la présence de deux langues locales (l'italien et le ladin, assimilés dans de nombreux cas depuis l'école maternelle) et de l'allemand, tout en étant acquis, permettent bien des réflexions sur la nature du langage, d'une part, les similitudes et les différences entre les langues européennes, d'autre part.

Le rapprochement entre l'école intermédiaire et l'école maternelle

Pour favoriser un rapprochement entre l'école primaire et l'école intermédiaire, diverses initiatives peuvent être prises:

a) Les échanges de visites sur un projet de programme pour lequel les élèves du premier cycle moyen vont travailler pendant quelques jours dans quelques écoles primaires durant l'automne, alors que les enfants de la cinquième vont rendre visite à ces élèves quelques mois plus tard au printemps;

b) Les échanges d'informations entre enseignants : par exemple, il est conseillé à l'enseignant du primaire de dresser un inventaire des fonctions élémentaires, des structures et des principaux univers lexicaux qui sont acquis par ses élèves dans la transition à l'école intermédiaire; sur cette base, l'enseignement de l'école intermédiaire doit donc éviter de recommencer à partir du début une action démotivante et une disqualification de fait dans la perception de l'élève du travail accompli à l'école primaire et, en définitive, constituer la base d'une disqualification de deux ans dans le travail de l'école intermédiaire. Sur la base des mêmes méthodes décrites pour la transition entre l'école primaire et secondaire, il doit être établi un lien entre l'école maternelle et l'école primaire.

Examens de licence

L'examen de licence de l'école primaire inclut, en entrevue, des références à la culture ladine et peut également comprendre l'interaction orale et écrite dans cette langue en relation au parcours d'une alphabétisation ladine suivie par chacun des élèves Laden et résultant des fiches d'évaluation.

Partie III

Programmes de langue et de culture ladines pour l'école intermédiaire

Le ladin dans le curriculum de l'école intermédiaire

Dans l'enseignement intermédiaire, le ladin est enseigné une heure par semaine dans l'enseignement formel et est utilisé comme langue véhiculaire pendant au moins deux heures, selon un projet du conseil scolaire impliquant, au cours de trois ans, le plus grand nombre de disciplines, selon une organisation flexible de l'horaire pour faire intervenir l'enseignement du ladin en rapport avec les autres disciplines.

But

L'enseignement du ladin dans l'école intermédiaire a le devoir de contribuer, en harmonie avec d'autres disciplines, et en particulier à l'étude de l'italien et des langues étrangères, à la formation d'une culture de base et au développement de la capacité de comprendre, de s'exprimer et de communiquer avec les élèves.

L'étude de la langue ladine dans un environnement bilingue se greffe avec ce qui a été fait à l'école maternelle et à l'école primaire, et poursuit cet objectif : faire en sorte que pour chaque habitant de la vallée, sa langue maternelle, que ce soit l'italien ou le ladin, devienne seulement l'une des nombreuses caractéristiques de la personnalité, non un obstacle à la communication, à l'interaction et à la réalisation de soi.

En procédant à des analyses plus détaillées, il convient d'avoir à l'esprit que l'enseignement du ladin poursuit les objectifs suivants :

a) À soutenir et renforcer le développement cognitif, lequel peut se faire à l'école intermédiaire par les moyens suivants:

1) l'offre d'un outil supplémentaire dans l'organisation des connaissances en plus de l'italien et de deux langues étrangères;

2) des activités cognitives qui sont appropriées dans l'apprentissage des langues, dont la généralisation de la norme, la réflexion sur la langue et sur la communication, etc ;

3) l'analyse comparative des systèmes linguistiques du ladin, de l'italien, de la première langue et de la deuxième langue étrangère;

4) l'aptitude à assumer le contenu d'un texte basé sur l'observation du contexte et de sa connaissance du monde;

5) l'élaboration de compétences complexes comme le résumé et de la rédaction des notes (qui exigent l'identification des principaux points d'un texte, ses priorités et ses sélections) ou la conception de textes plus complexe du point de vue du contenu, puis une analyse plus approfondie du point de vue de la réalité;

b) Être en mesure, à la fin de l'école intermédiaire, de s'exprimer et de communiquer indifféremment dans les deux langues de la vallée, sans trouver d'obstacles significatifs;

c) ) Établir une compréhension de la diversité culturelle à travers deux processus opposées, mais parallèles:

1) d'une part, en reconnaissant la diversité et les différences, malgré la recherche d'une attitude de tolérance et de respect des autres;

2) d'autre part, en identifiant les modèles culturels et historiques communs qui, en dépit des différences superficielles entre les langues, font des deux groupes linguistiques de la vallée une entité unitaire ;

d) Engager un processus de réflexion sur les stratégies d'apprentissage, de sorte que l'élève apprend à acquérir la langue et les langues, qu'il est en mesure de continuer à améliorer en permanence ses compétences en communication en italien et en ladin, et qu'il est en mesure de perfectionner sa connaissance des langues étrangères et d'en apprendre plus facilement d'autres.

Objectifs

Les objectifs de l'enseignement du ladin sont incontournables; leur mise en œuvre dans les objectifs exprimée cependant en termes prescriptifs dans le présent paragraphe doit être adaptée à la réalité des situations locales, au sein de la programmation des instances publiques et en respectant la liberté de l'enseignement chaque enseignant.

Objectifs généraux

L'étude du ladin devrait parvenir à des résultats précis et concrets en termes d'utilisation de la langue et appropriés pour l'âge des élèves. Ces résultats sont mesurables sur la base d'une possession effective, de la part des élèves, des compétences opérationnelles, réceptives et productives, à la fois dans la langue orale et écrite, et qui se rapportent à la capacité de comprendre et de produire des contextes signifiants du code oral et écrit.

Les objectifs généraux énoncés ci-dessus sont réalisés dans une série d'objectifs spécifiques en enseignement des langues, qui se réfèrent à ceux qui sont déjà poursuivis par les élèves à l'école primaire.

Objectifs spécifiques

À l'école intermédiaire les objectifs de la langue ladin sont proposés en parallèle à ceux de la langue italienne et des langues étrangères afin d'atteindre, compte tenu de l'homogénéité du système, un travail efficace de raccordement avec le primaire et le secondaire, et de permettre une plate-forme commune pour la planification intégrée entre les enseignants de l'italien, due ladin, de l'allemand et de la langue seconde.

Les planifications peuvent être appuyées dans les fonctions (voir le paragraphe a), par exemple en se concentrant pendant un certain temps dans les quatre langues sur le problème référentiel, l'expression personnelle, et ainsi à d'autres moments il est possible de travailler collectivement pour développer des habiletés fondamentales, de l'abstraction à la conception des textes, etc. (voir le paragraphe b), et enfin, quant à la grammaire décrite au paragraphe c), il est offert une occasion unique dans la province autonome de Trento pour effectuer l'analyse contrastive en quatre langues, avec un renforcement métalinguistique, métacommunicatif et cognitif permettant des possibilités spécifiques pour les étudiants dans la vallée.

Les objectifs spécifiques de l'enseignement du ladin à l'école intermédiaire sont les suivants :

a) Le savoir faire avec la langue. Les fonctions suivantes peuvent être programmées (voir le paragraphe a), par exemple en se concentrant pendant un certain temps dans les quatre langues sur le problème de la référentialité, l'expression de soi, et ainsi de suite, à d'autres moments il peut travailler tous ensemble pour développement des compétences de base, de l'abstrait à la conception des textes et ainsi de suite. (Voir la lettre b), et enfin, que les grammaires décrit la lettre c, il offre une occasion unique dans la province autonome de Trente pour effectuer l'analyse contrastive en quatre langues, avec une augmentation de la langue métalinguistique cognitives et métacommunicatif qui s'ouvre potentiel décapage appris avec une mise au point spécifique de la communication qui permet à l'étudiant de «faire», d'agir dans la société et à satisfaire leurs propres besoins grâce à l'instrument linguistique. À la fin de l'école, l'étudiant sera en mesure d'effectuer les principales fonctions du langage: MODIFIÉE pour les étudiants dans la vallée.

La langue sera enseignée avec des précise finalizzazione comunicativa qui permette à l'élève "de faire", d'agir dans la societé et de satisfaire ses besoins à travers le moyen linguistico. À la fin de l'école intermédiaire , le studente il devra être en mesure d'absoudre aux principales fonctions du langage :

1) fonction personnelle : le ragazzo devrait au moins être en mesure de se présenter, de dire son âge et résidence, d'exprimer ses goûts environ les principales expériences de le sien vécu, d'exprimer son état physique (faim, soies, chauds, etc.) et psychique (tristesse, satisfaction, etc), d'exprimer ses désirs et ses projets d'autorealizzazione. Il devrait même être en mesure de comprendre des tels actes communiqués vous oralement et pour inscrit ;

2) fonction interpersonnelle : l'élève devrait au moins être en mesure d'ouvrir et fermer un échange oral (même téléphonique) et une lettre soit formelle soit amicale ; de s'excuser ; d'attirer l'attention ; d'offrir, accepter et refuser quelque chose ; de remercier ; des tels actes communiqués vous devraient être des eseguibili soit à niveau colloquiale soit à niveau formel ; on devrait poser même de l'attention à la divergé mode dans laquelle ces fréquentes intentions comunicative sont réalisées dans les différentes aires géographiques, de façon à être en degré au moins d'en comprendre les différentes provenances et d'agir dans les différentes vallées dans lesquelles le ladino est parlé ;

3) fonction instrumentale : le ragazzo devrait être en mesure d'avancer/comprendre des demandes et d'offrir/recevoir des instructions opérationnelles relatives aux dominations sociales de sa vie quotidienne : l'école, la vie familiale, les jeux, le fonctionnement d'appareillages, l'etc ;

4) fonction referenziale : le ragazzo devrait être en mesure de produire/comprendre oralement et pour inscrit de descriptions du monde naturel, de la ville (demandée d'informations environ des lieux, etc), de l'ambient familial, de l'école, de la structure sociale soit de son pays soit de celui étranger, ainsi que relations sur des évènements passés et projets pour l'activité futures ou prévisions d'évènements futurs ; il devrait même être en mesure de comprendre des témoins referenziali de caractère historique relatifs au monde ladino ;

5) fonction poetico- imaginative : le ragazzo devrait être en mesure de comprendre des témoins narrés vous écrits et teatrali, en cueillant la dynamique situazionale, le rôle des personnages, les principaux incidents ; il devra ensuite apprendre à cueillir le fait que beaucoup de témoins littéraires, surtout poetici, ont valeur pour leur jeu linguistico d'abord encore que pour le contenu ;

6) fonction metalinguistica : le ragazzo devrait être en mesure d'expliquer avec périphrase d'un mot non connu de l'interlocuteur ; quant à la dénomiantion grammaticale, à celle italienne on appuiera celle en ladino ; elle devra être cohérente avec celle utilisée dans l'enseignement de l'italien et des deux langues étrangères ; l'élève apprendra même à comprendre la spéciale langue employée dans l'apprentissage linguistico : tipologia d'exercises et eux typiques consignes, indications d'activités didactiques, et ainsi ;

b) savoir faire langue. Les adresses linguistiche qu'ils recevront majeur attention et qu'ils auront toujours priorité temporelle, en ladino comme dans les autres trois langues, sont ces audio- orales, (la compréhension, dialogue, le monologo) même si les adresses écrites assumeront un rôle majeur pour y garantir à la fin de l'école de l'obligation, la pleine alphabétisation. Dans la compréhension il est opportun que j'attends global ait la priorité sur la compréhension de dite lui ; dans je dialogue et dans le monologo (ce achève devrait être de règle brève et la seule occasionnel) efficacité comunicativa sera retenue plus considérable que l'exactitude formelle, qui deviendra graduellement un facteur intégrant du mesurage et de l'évaluation. Dans la production, la phase de projet des témoins oraux ou écrits est aussi importante combien la réalisation linguistica ; la cohésion et la cohérence des témoins produits sont considérables combien l'exactitude formelle et la richesse lessicale en termes de mesurage et d'évaluation. Dans l'activité dialogica se posera détail attention, au-delà de qu'à l'efficacité comunicativa, même à l'appropriatezza sociolinguistica, ensemble avec la cohérence et la cohésion entre les battues et à l'exactitude formelle ;

c) compétence linguistica et metalinguistica. La connaissance des principales règles qui constituent la compétence linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sera une connaissance opérationnelle, c'est-à-dire basée sur la capacité de emploie, plutôt que une connaissance r3fléchie, basée sur la réflexion grammaticalistica. On entamera de toute façon une activité de réflexion qui pourra porter dans la période de deux ans de l'école supérieure à une des sistemazione plus mûre des connaissances formelles sur la langue ladina.

Indications méthodologiques Je développe des adresses linguistiche s'agit d'un procès complété, surtout entre ladino et italien, mais fortement en syntonie même avec les deux langues étrangères. En plus de respecter toujours la priorité des adresses audio- orale et de ces de manipulation (reprises, paraphrase, ramassée de notes essentielles pour j'étudie), sera donné adapté espace aux adresses écrites, mais toujours en considération de l'effectif j'emploie qu'on en fait dans le Val de Fassa.

À l'expression écrite il se pourra de toute façon parvenir, en ladino comme dans les autres langues, après qu'ils aient été vérifiés la compréhension et j'emploie corrigé des modèles oraux, sans d'autre part mettre de côté ou procrastinare j'emploie d'écrit.

On utilisera des exercises qui permettent d'employer la langue en situations de communication, par exemple :

a) pour faire et comprendre des informations dans une communication orale de type quotidien courant ;

b) pour décrire (oralement ou pour inscrit) des lieux, objets, personnes ;

c) pour des légers témoins narrés vous, de journal, mais même de caractère administratif, juridique, pour combien de présent dans j'emploie effectif du Val de Fassa, en étant à quel prévu de la loi.

Réflexion sur la langue la réflexion sur la langue, sans autre indispensable, devrait être conduite en partant de emploie du concret de la langue dans conteste et ne pas donner à schémas de grammaticali. Il est opportun que telle réflexion comprenne soit les aspects morphologique- syntaxiques soit ceux-là sémantique- comunicativi.

La réflexion sur la langue peut offrir occasion même pour les nécessaires références culturelles vu que la langue est élément rilevatore de conteste socio- culturel.

Les possibles différentes positions des analisi linguistica demandent que les professeurs d'italien et de ladino, dans je conseille de classe, rejoignent un accord sur la terminologie grammaticale à adopter.

Rapport entre l'enseignement du ladino, des autres langues et des autres disciplines Tous les professeurs engagés dans l'enseignement des diverses langues concourent à un unique projette d'éducation linguistica. Ils devront donc procéder à une appropriée programmation complétée en déterminant des procès linguistico- cognitifs communs aux diverses langues, au-delà de la différent quantité de langue padroneggiata des élèves en italien, ladino et langues étrangères.

Puisque procès de réflexion sur langue et sur communication, qui se réalise en manière toujours plus systématique main à la main que l'élève progresse dans l'école intermédiaire , est commun aux diverses langues, les lignes de fond pour les analisi et la relative terminologie seront nécessairement commune pour les divers enseignants.

Particulièrement utiles elles seront des expériences d'analisi comparatives entre les diverses langues. L'attitude comparative peut être présente en continuité, aussi avec des brefs signes ou compares ; outre telle constante position, ils pourront se prévoir des expériences comparatives que, de lorsque dans lorsque, ils dépassent même la division horaire entre les diverses langues. On peut comparer des systèmes linguistici (le répertoire des fonemi, les pronomi personnels, la structure temporelle i de verbes, l'etc.) mais même sociolinguistici, culturels, et ainsi.

Quant au rapport avec les autres disciplines pour les activités dans lesquelles le ladino est langue veicolare, il s'attribue à conseille de classe la possibilité de prévoir des formulaires flexibles ; qu'ils impliquent même des changements horaire temporaires pour de permettre la réalisation des activités mêmes.
Rapport avec l'école elémentaire Pour favoriser un raccord entre école elémentaire et intermédiaire conseille de s'inviter, en printemps, élèves cinquième de suivre pour quelques jours des leçons, ou quelques d'elles, prés de la première moyenne, de façon à venir à je contacte avec la logique d'organisation et culturelle de leur future école. En automne ensuite, après qu'ils sont entrés dans la moyenne, les élèves peuvent visiter les écoles elémentaires de provenance pour recompter comme sont les écoles intermédiaires, et de telle manière formaliser leurs premières impressions. Des telles initiatives doivent être établies et programmées.

 


Quant au spécifique du ladino on prévoira des rencontres dans lesquelles le docente des elémentaires il communique le collègue des moyennes :

a) le type d'approche et de méthode suivie ;

b) les techniques didactiques dont les élèves sont déjà des maîtres ; c) la terminologie metalinguistica qui a été utilisée ;

d) les fonctions, les univers lessicali, les aspects grammaticali et culturels qui sont déjà acquis des enfants, de façon à ne pas recommencer de chef (cela pourra se produire à travers étudie commune des matériels didactiques employés dans les elémentaires).

Le docente de l'école moyenne, puisque libre de choisir le méthodologie qui retient plus profitable à la réalisation de objectes vous, il n'est pas tenu à faire ses ces du collègue qu'il l'a précédé (cela vaut même pour des changes de professeurs entre classe et classe de l'école moyenne) mais il devra avoir du soin de garantir une congrue période de raccord, de sorte que le ragazzo ait le temps de s'adapter à la nouvelle structure de l'école moyenne avant de devoir réajuster ses stratégies et une activité d'aquisition de la langue même.

Examen de licence moyenne l'examen de langue ladina est une partie intégrante de l'entretien oral même si il pourra inclure la lecture de témoins littéraires ou pas, en ladino. On ne prévoit pas une épreuve écrite pour ne pas augmenter le nombre des mêmes et pour ne pas poser donc un poids excessif sur l'élève.

NOTES

(1) Vedi même le d.p.g.p. 11 mai 1998, n. 10-82/Leg.
(2) On omet les notes esplicative (avec la transcription des dispositions citées), erronéement inclues dans teste de l'annexe. Pour le statut spécial tu vois le d.p.r. 31 août 1972, n. 670.

(3) Pour le statut spécial vois le d.p.r. 31 août 1972, n. 670.


 

http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/binary/pat_minoranze/NormativaPAT/LP_18_1987.1206946273.pdf

 

http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/binary/pat_minoranze/NormativaPAT/1993_592_Dlgs_ITA.1191844364.pdf

DECRETO LEGISLATIVO 16 dicembre 1993, n. 592

Norme di attuazione dello Statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige
concernenti disposizioni di tutela delle popolazioni ladina, mochena e cimbra della provincia di Trento


(G.U. 16 febbraio 1994, n. 38)

Articolo 01

Finalità

1.
In attuazione dei principi contenuti nell'articolo 2 dello Statuto speciale per il Trentino - Alto Adige di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, lo Stato, la Regione, la Provincia autonoma di Trento e gli enti locali tutelano e promuovono, nell'ambito delle proprie competenze, le caratteristiche etniche e culturali delle popolazioni ladina, mochena e cimbra, residenti nel territorio della provincia di Trento. La provincia di Trento promuove e coordina gli interventi di tutela e promozione della lingua ladina, mochena e cimbra e individua il soggetto competente a fissare le norme linguistiche e di grafia, anche ai fini dell'articolo 102 dello statuto di autonomia.

2. Le finalità di tutela e di promozione della lingua e della cultura, desumibili dagli articoli da 1 a 4, sono perseguite anche in favore delle popolazioni mochena e cimbra residenti, rispettivamente, nei comuni di Fierozzo-Vlarötz, Frassilongo-Garait, Palù del Fersina-Palae en Bersntol e nel comune di Luserna-Lusern, tenendo conto delle caratteristiche demografiche delle stesse, dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia autonoma di Trento e dagli enti locali ubicati nella medesima provincia, nell'ambito delle rispettive competenze e secondo i rispettivi ordinamenti (2).

Articolo 1

Uso della lingua ladina

1. I cittadini appartenenti alle popolazioni ladine della provincia di Trento hanno facoltà di usare la propria lingua nelle comunicazioni verbali e scritte con le istituzioni scolastiche e con gli uffici, siti nelle località ladine, dello Stato, della regione, della provincia e degli enti locali, nonché dei loro enti dipendenti, e con gli uffici della regione e della provincia che svolgono funzioni esclusivamente nell'interesse delle popolazioni ladine anche se siti al di fuori delle suddette località. Dai predetti uffici dello Stato sono escluse le forze armate e le forze di polizia.

2. Qualora l'istanza, la domanda o la dichiarazione sia stata formulata in lingua ladina, gli uffici e le amministrazioni di cui al comma 1 sono tenuti a rispondere oralmente in ladino, ovvero per iscritto in lingua italiana, che fa testo ufficiale, seguita dal testo in lingua ladina.

3. Gli atti pubblici emanati dagli uffici e dalle amministrazioni di cui al comma 1, specificatamente rivolti alle popolazioni delle località ladine, sono redatti in lingua italiana seguita dal testo in lingua ladina.

4. Nelle adunanze degli organi elettivi degli enti locali delle località ladine della provincia di Trento i membri di tali organi possono usare la lingua ladina negli interventi orali, con, a richiesta, la immediata traduzione in lingua italiana qualora vi siano membri dei suddetti organi che dichiarino di non conoscere la lingua ladina. I processi verbali sono redatti sia in lingua italiana che ladina.

4 bis. Fermo restando quanto previsto nei commi precedenti, la regione e la provincia di Trento curano la pubblicazione degli atti normativi e delle circolari di diretto interesse delle popolazioni ladina, mochena e cimbra nelle rispettive lingue, e, per quanto riguarda la lingua mochena e quella cimbra, in caso di non traducibilità, nella lingua di riferimento. Tale pubblicazione è, di norma, contemporanea al testo in lingua italiana e, comunque, non successiva a trenta giorni dalla data di pubblicazione del testo in lingua italiana (3).

Articolo 1 bis

Uso della lingua ladina, mochena e cimbra nei procedimenti davanti al giudice di pace

1. Ai sensi dell'articolo 9, comma 3, della legge 15 dicembre 1999, n. 482, nei procedimenti davanti al giudice di pace competente per i territori dei comuni di cui all'articolo 5 e all'articolo 01 è consentito l'uso rispettivamente della lingua ladina, mochena e cimbra.

2. Restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 109 del codice di procedura penale.

3. Negli uffici di cui al comma 1 le comunicazioni rivolte al pubblico e le indicazioni sono redatte anche in lingua ladina, mochena e cimbra.

4. Nei casi di cui ai commi 1 e 3, se non è possibile usare le lingue mochena e cimbra si utilizza la lingua di riferimento.

5. La regione, nell'ambito della propria competenza, assicura gli interventi organizzativi e finanziari occorrenti per l'attuazione della finalità di cui al comma 1.

6. Le disposizioni di cui all'articolo 3 si applicano anche all'ufficio del giudice di pace avente competenza territoriale per i comuni di cui all'articolo 5 (4).

Articolo 2

Scuola

1. Nelle scuole situate nelle località ladine della provincia di Trento, così come individuate dall'articolo 5, la lingua e la cultura ladina costituiscono materia d'insegnamento obbligatorio, da disciplinare secondo il disposto dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 405, e successive modifiche. Il ladino può altresì essere usato quale lingua di insegnamento, secondo le modalità stabilite dai competenti organi scolastici.

2. Gli alunni degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado ed artistica delle località ladine che hanno conseguito il diploma di licenza media in scuole diverse da quelle delle località ladine sono esonerati, a richiesta, dall'insegnamento della lingua e della cultura ladina.

3. Nell'ambito delle procedure per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato, per i trasferimenti, per le utilizzazioni e per i passaggi di cattedra e di ruolo del personale - direttivo e docente - della Provincia di Trento presso le scuole di ogni ordine e grado delle località ladine, i posti vacanti e disponibili sono riservati ed attribuiti con precedenza assoluta anche rispetto all'assegnazione di eventuali sedi libere sul restante territorio provinciale a coloro che, in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente per i posti relativi, abbiano dimostrato la conoscenza della lingua e della cultura ladina innanzi ad una commissione della quale fa parte almeno un insegnante di lingua ladina in servizio nelle stesse scuole. Detta commissione è nominata dal sovrintendente scolastico avvalendosi anche dell'Istituto culturale ladino.

4. Qualora non sia possibile coprire tutti i posti di insegnamento delle località ladine secondo quanto disposto dal comma 3 gli eventuali posti vacanti sono ricoperti con incarichi a tempo determinato o con assegnazioni provvisorie.

4 bis. Nelle scuole materne situate nelle località ladine di cui al comma 1 il ladino è usato, accanto alla lingua italiana, quale lingua di insegnamento. A tal fine la legge provinciale prevede che nelle predette scuole, nell'ambito delle procedure di assunzione, assegnazione e mobilità è riconosciuta precedenza assoluta al personale insegnante che, in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente per l'accesso ai posti relativi, abbia dimostrato la conoscenza della lingua e cultura ladina, da accertarsi secondo le modalità stabilite dalla medesima legge provinciale.

5. Le finalità di tutela della lingua e della cultura ladina previste dal presente articolo sono assicurate dalla Provincia anche nell'ambito dei corsi di formazione professionale di durata pluriennale, tenendo conto delle caratteristiche formative e didattiche dei corsi
medesimi (5).

Articolo 3

Uffici pubblici

1. Negli uffici e nelle amministrazioni di cui all'art. 1 aventi sede nelle località ladine della provincia di Trento è assegnato a domanda, nell'ambito delle procedure per i trasferimenti e per le assegnazioni provvisorie o definitive di sede previste dalle vigenti normative, con precedenza assoluta personale avente i requisiti prescritti che dimostri la conoscenza della lingua ladina.

2. L'accertamento della conoscenza della lingua ladina ai fini di cui al comma 1 è effettuato da una commissione, nominata dal commissario del Governo per la provincia di Trento, d'intesa con il Presidente della Giunta provinciale, secondo le modalità stabilite con decreto del commissario del Governo, d'intesa con il medesimo Presidente della Giunta provinciale.

3. La commissione, nominata per un triennio, è composta da quattro membri effettivi e quattro supplenti, scelti per metà fra i cittadini residenti nelle località ladine. Svolge le funzioni di segretario un impiegato, appartenente ad un livello retributivo funzionale non inferiore al sesto, dell'amministrazione dello Stato o della Provincia. Tutti i commissari ed il segretario devono avere piena conoscenza della lingua italiana e di quella ladina.

4. I candidati in possesso dei prescritti requisiti, che dimostrino la conoscenza della lingua ladina innanzi alla commissione di cui al comma 2, hanno titolo di precedenza assoluta nelle graduatorie dei pubblici concorsi e nelle pubbliche selezioni di personale, anche per incarichi temporanei, banditi dagli enti locali delle località ladine nonché dagli altri enti pubblici di cui al comma 1 dell'articolo 1, limitatamente alla copertura dei posti vacanti negli uffici indicati dal medesimo comma 1 (6).

Articolo 3 bis

Concessionari di pubblici servizi

1. Gli enti e le società comunque denominati e strutturati, che abbiano sede, proprie strutture o dipendenze nelle località ladine di cui all'articolo 5 e che svolgano servizi pubblici che al 1° gennaio 1993 erano esercitati da amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, assicurano la precedenza assoluta per l'assegnazione di sede o per i trasferimenti presso le strutture o le dipendenze ubicate nelle medesime località ladine a coloro che, in possesso dei previsti requisiti anche professionali, ne abbiano fatto specifica richiesta e abbiano dimostrato la conoscenza della lingua ladina nei modi prescritti dall'articolo 3, commi 2 e 3.

2. Gli enti e le società di cui al comma 1, in occasione di assunzioni di personale, individuano il fabbisogno di personale delle strutture e delle dipendenze ubicate nelle località di cui all'articolo 5, non soddisfatte con le procedure di mobilità di cui al medesimo comma 1. Per la copertura delle carenze così individuate i medesimi enti e società assicurano precedenza assoluta per le assunzioni, eccettuate quelle di durata non superiore a trenta giorni, non rinnovabili nell'anno, effettuate per soddisfare esigenze di carattere eccezionale debitamente motivate a coloro che, in possesso dei previsti requisiti anche professionali, risultino iscritti presso l'ufficio di collocamento avente competenza territoriale sulle predette località ladine ed ivi abbiano fatto constatare preventivamente, a propria cura, la conoscenza della lingua ladina accertata nei modi prescritti dall'articolo 3, commi 2 e 3 (7).

Articolo 3 ter

Ripristino dei cognomi in forma originaria

1. I cittadini appartenenti alle popolazioni ladina, mochena e cimbra e residenti in provincia di Trento, i cui cognomi o nomi siano stati modificati prima della data di entrata in vigore della presente disposizione o ai quali sia stato impedito in passato di apporre il nome nella lingua di appartenenza, hanno diritto di ottenere, sulla base di adeguata documentazione, il ripristino degli stessi in forma originaria. Il ripristino del cognome ha effetto anche per i discendenti degli interessati che non siano maggiorenni o che, se maggiorenni, abbiano prestato il loro consenso.

2. Nei casi di cui al comma 1 la domanda deve indicare il nome o il cognome che si intende assumere ed è presentata al sindaco del comune di residenza del richiedente, il quale provvede d'ufficio a trasmetterla al commissario del governo, corredandola di un estratto dell'atto di nascita. Il commissario del governo, qualora ricorrano i presupposti previsti dal comma 1, emana il decreto di ripristino del nome o del cognome. Per i membri della stessa famiglia il commissario del governo può provvedere con un unico decreto. Nel caso di reiezione della domanda, il relativo provvedimento può essere impugnato, entro trenta giorni dalla comunicazione, con ricorso al ministro competente, che decide previo parere del Consiglio di Stato. Il procedimento è esente da spese e deve essere concluso entro novanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello stato civile dei comuni interessati provvedono alle annotazioni conseguenti all'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo. Tutti gli altri registri, tutti gli elenchi e ruoli nominativi sono rettificati d'ufficio dal comune e dalle altre
amministrazioni competenti (8).

Art. 3 quater

Interventi di promozione delle caratteristiche culturali delle popolazioni ladina, mochena e cimbra a mezzo di trasmissioni radiotelevisive

1. Il Ministero delle comunicazioni, la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, anche mediante apposite convenzioni con la provincia di Trento, e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, fatte salve le funzioni di indirizzo della competente commissione parlamentare, assicurano tutte le necessarie misure e condizioni per la tutela delle popolazioni ladina, mochena e cimbra della provincia di Trento.

2. Per le trasmissioni e i programmi in lingua ladina sono di norma utilizzate le strutture e le attività realizzate nell'ambito delle convenzioni di cui alla legge 14 aprile 1975, n. 103. Per le stesse finalità la provincia può stipulare appositi accordi con le emittenti locali.

3. Nell'ambito delle convenzioni di cui al comma 1 può essere prevista anche la captazione e la diffusione nel territorio provinciale di programmi radiotelevisivi nelle lingue dell'area culturale europea.

Articolo 4

Censimenti

1. Nei censimenti generali della popolazione italiana è rilevata, sulla base di apposite dichiarazioni degli interessati, la consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina residenti nella provincia di Trento.

2. In sede di prima applicazione del presente decreto, nell'ambito del programma statistico nazionale di cui al decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, viene inserita apposita rilevazione della consistenza dei cittadini di lingua ladina residenti nelle località ladine della provincia di Trento, da effettuarsi entro due anni dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto, nel rispetto di quanto disposto dall'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1978, n. 1017, come da ultimo modificato dall'art. 1 del decreto legislativo 6 luglio 1993, n. 290.

Articolo 5

Individuazione delle località ladine

1. Ai fini del presente decreto sono località ladine i comuni di Campitello di FassaCiampedel, Canazei-Cianacei, Mazzin-Mazin, Moena-Moena, Pozza di Fassa-Poza, Soraga-Soraga e Vigo di Fassa-Vich (10).

Art. 5 bis

Disposizioni finali

1. Si applicano nella provincia di Trento le norme di tutela delle minoranze previste dalla legge 15 dicembre 1992, n. 482, in quanto più favorevoli rispetto alle norme vigenti nella medesima provincia (11).


NOTE
(1) Titolo così modificato dall'art. 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(2) Articolo aggiunto dall'art. 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, e così modificato dall'art. 1 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(3) Comma aggiunto dall'art. 2 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261. (4) Articolo aggiunto dall'art. 3 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(5) Articolo così sostituito dall'art. 2 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, e modificato dall'art. 1 del d.lgs. 8 settembre 1999, n. 344.
(6) Comma così sostituito dall'art. 3 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(7) Articolo aggiunto dall'art. 4, comma 1 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321. Secondo il comma 2 del
medesimo articolo, i concessionari adeguano i contratti aziendali di lavoro alle disposizioni dell'articolo
qui annotato entro sei mesi dalla sua entrata in vigore.
(8) Articolo aggiunto dall'art. 4 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(9) Articolo aggiunto dall'art. 5 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
(10) Comma così sostituito dall'art. 5 del d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321. (11) Articolo aggiunto dall'art. 6 del d.lgs. 22 maggio 2001, n. 261.
 

DÉCRET LÉGISLATIF DU 16 DÉCEMBRE 1993, NO 592

Modalités d'application de la loi spéciale du Trentin-Haut-Adige
dispositions concernant la protection des populations ladine, mochène et cimbre dans la province de Trento

(Journal officiel du 16 février 1994, no 38)

Article 01

Objectifs

1.
En réalisation des principes contenus dans j'articule 2 du Statut spécial pour l'E TG0 0N Trentin - dont Haut Adige au décret du Président de la République 31 août 1972, n. 670, l'État, la Région, la Province autonome de Trente et les organismes locaux ils défendent et promeuvent, dans le domaine de ses compétences, les caractéristiques ethniques et culturelles des populations ladina, mochena et cimbra, résidents dans le territoire de la province de Trente. La province de Trente promeut et coordonne les interventions de tutelle et la promotion de la langue ladina, mochena et cimbra et détermine le sujet compétent à fixer les règles linguistiche et de grafia, même aux fins de j'articule 102 du statut d'autonomie.

2. Les buts de tutelle et de promotion de la langue et de la culture, desumibili des articles de 1 à 4, sont poursuivies même en faveur des populations mochena et cimbra résidents, respectivement, dans les communes de fierozzo- Vlarötz, de frassilongo- Garait, de Palù du fersina- Palae en Bersntol et dans la commune de luserna- Lusern, en tenant compte des caractéristiques ddémographiques des mêmes, de l'État, de la Région, de la Province autonome de Trente et des organismes locaux situés dans la même province, dans le domaine des respectives compétences et de la seconde les respectifs systèmes (2).

Article 1

Uso de la langue ladina

1. Les citoyens appartenants alle populations ladine della province de Trente ont faculté d'employer sa langue nelle communications verbales et écrites avec les institutions scolaires et avec les bureaux, sites nelle localité ladine, dello Été, della région, della province et degli organismes locaux, ainsi que déesses elles organismes employé, et avec les bureaux della région et della province qu'ils déroulent des fonctions exclusivement nell'interesse delle populations ladine même si sites al dehors delle de susdites localités. De prédits des bureaux de l'État elles sont exclues les Forces Armées et les forces de police.

2. Qualora l'instance, la question ou la déclaration ait été formulée en langue ladina, les bureaux et les administrations dont à l'alinéa 1 ils sont tenus à répondre oralement en ladino, ou bien pour inscrit en langue italienne, qui fait teste officiel, suivie de je teste en langue ladina.

3. Les actes publics émanés des bureaux et des administrations dont à l'alinéa 1, spécifiéement tournés aux populations des localités des ladine, ils sont rédigés en langue italienne suivie de je teste en langue ladina.

4. Dans les assemblées des organes electifs des organismes locaux des localités des ladine de la province de Trente les membres de tels organes peuvent employer la langue ladina dans les interventions orales, avec, sur demande, l'immédiate traduction en langue italienne qualora il y aient des membres des susdits organes qui déclarent de ne pas connaître la langue ladina. Les procès verbaux sont rédigés soit en langue italienne que ladina.

4 bis. Arrêt en restant combien prévu dans les alinéas précédents, la région et la province de Trente soignent la publication des actes normatifs et des circulaires de dirigé interesse des populations ladina, mochena et cimbra dans les respectives langues, et, en ce qui concerne la langue mochena et cette cimbra, en le caso pas traducibilità, dans la langue de référence. Telle publication est, de règle, contemporaine à teste en langue italienne et, de toute façon, pas suivante à trente jours de donnée de publication de je teste en langue italienne (3).

Article 1 bis

Uso de la langue ladina, mochena et cimbra dans les procédures devant le juge de paix

1. Ai sens dell'j'articule 9, alinéa 3, della lit 15 décembre 1999, n. 482, nei procédures devant al juge de paix compétente pour les territoires déesses communes dont all'j'articule 5 et all'j'articule 01 est permis emploie respectivement della langue ladina, mochena et cimbra.

2. Restano arrête les dispositions dont à j'articule 109 du code de procédure pénale. 3. Dans les bureaux dont à l'alinéa 1 les communications tournées au public et les indications sont rédigées même en langue ladina, mochena et cimbra.

3. Dans les bureaux dont à l'alinéa 1 les communications tournées au public et les indications sont rédigées même en langue ladina, mochena et cimbra.

4. Dans les cas dont aux alinéas 1 et 3, si elle n'est pas possible employer les langues mochena et cimbra on utilise la langue de référence.

5. La région, dans le domaine de sa compétence, assure les interventions d'organisation et financiers fallant pour la réalisation du but dont à l'alinéa 1. 6. les dispositions dont à j'articule 3 s'appliquent même au bureau du juge de paix ayant compétence territoriale pour les communes dont à j'articule 5 (4)

Article 2

École

1. Dans les écoles situées dans les localités des ladine de la province de Trente, ainsi comme déterminées de articule 5, la langue et la culture ladina constituent de la matière d'enseignement obligatoire, à discipliner selon le disposé de articule 7 du décret du Président de la République 15 Juillet 1988, n. 405, et suivantes modifications. Le ladino peut aussi être employé quelle langue d'enseignement, seconde les modalités établies des compétenux des organes égouttas nous.

2. Les élèves des instituts d'instruction secondaire de second degré et artistique des localités des ladine qui ont atteint diplôme de licence moyenne en écoles divergées de ces des localités ladine sont des esonerati, sur demande, de l'enseignement de la langue et de la culture ladina.

3. Dans le domaine des procédures pour les engagements à temps indeterminato et déterminé, pour les transferts, pour les utilisations et pour les passages de bureau et de rôle du personnel - directeur et docente - de la Province de Trente prés des écoles de chaque ordine et de degré des localités des ladine, les places vacantes et disponibles réservés et sont attribuées avec priorité absolue même par rapport à l'attribution d'eventuels sièges libres sur le restant territoire provincial au àquel, en possession des qualités prescrites de la réglementation en vigeur pour les places relatives, ils aient montré la connaissance de la langue et de la culture ladina innanzi à une commission dont elle fait à une partie au moins un enseignant de langue ladina en service dans Il dicte commission est nommée du sovrintendente scolaire en se servant même de l'Institut culturel ladino.

4. Qualora ne soit pas possible couvrir tous les places d'enseignement des localités ladine selon combien disposé de l'alinéa les 3 les eventuelles places vacantes sont recouvertes avec des charges à temps déterminé ou avec des attributions provisoires.

4 bis. Dans les écoles maternelles situées dans les localités des ladine dont à l'alinéa 1 le ladino est employé, auprès de la langue italienne, quelle langue d'enseignement. À tel fin la loi provinciale prévoit que dans prédites des écoles, dans le domaine des procédures d'engagement, d'attribution et de mobilité elle est reconnue priorité absolue au personnel enseignant qui, en possession des qualités prescrites de la réglementation en vigeur pour l'accès aux places relatives, ait montré la connaissance de la langue et la culture ladina, à se vérifier en second lieu les modalités établies de la même loi provinciale.

5. Les buts de tutelle de la langue et de la culture ladina prévue du présent j'articule sont assurées de la Province même dans le domaine des cours de formation professionnelle de durée pluriennale, en tenant compte des caractéristiques formatives et didactiques des cours mêmes (5).

Article 3

Bureaux publics

1. Dans les bureaux et dans les administrations dont à l'art. 1 ayant siège dans les localités ladine de la province de Trente est assigné sur demande, dans le domaine des procédures pour les transferts et pour les attributions provisoires ou définitives de siège prévues des en vigeur réglementations, avec priorité absolue personnelle ayant les qualités prescrites qui montrent à la connaissance de la langue ladina.

2. La vérification de la connaissance de la langue ladina aux fins dont à l'alinéa 1 il est effectué d'une commission, nommée du commissaire du Gouvernement pour la province de Trente, d'accord avec le Président de la Commission provinciale, second les modalités établies avec décret du commissaire du Gouvernement, d'accord avec le même Président de la Commission provinciale.

3. La commission, nommée pour des trois ans, est composée de quatre membres effectifs et de quatre suppléants, choisis pour moitié entre les citadins résidents dans les localités ladine. Il déroule les fonctions de secrétaire un employé, appartenant à un niveau retributivo fonctionnel pas inférieur à sixième, de l'administration de l'État ou de la Province. Tous les commissaires et le secrétaire doivent avoir crue connaissance de la langue italienne et de cette ladina.

4. Les candidats en possession de prescrits des qualités, qui montrent à la connaissance de la langue ladina innanzi à la commission dont à l'alinéa 2, dont ont titre de priorité absolue dans le graduatorie des publics concours et dans les publiques sélections de personnel, même pour des charges temporaires, bannie des organismes locaux des localités des ladine ainsi que des autres organismes publics à l'alinéa 1 de j'articule 1, de façon limitée à la couverture des places vacantes dans les bureaux indiqués du même alinéa 1 (6).

Article 3 bis

Concessionaires de publics services

1. Les organismes et les societés de toute façon dénommés et structurés, qu'ils aient siège, ses structures ou dépendances dans les localités ladine dont à j'articule 5 et qu'ils déroulent des services publics qu'au 1° janvier 1993 erano exercé d'administrations d'état, même à système autonome, assurent la priorité absolue pour l'attribution de siège ou pour les transferts prés des structures ou des dépendances situées dans les mêmes localités des ladine aux àquelles, en possession de prévus des qualités même professionnelles, ils aient fait spécifique demande et en aient montré la connaissance de la langue ladina dans les modalités prescrites de articule 3, alinéas les 2 et 3.

2. organismes et les societés dont à l'alinéa 1, dans delle des structures et delle dépendances situées nelle localité dont all'j'articule 5, non satisfaites avec les procédures de mobilité delaquelle al même alinéa 1. Pour la couverture des carences ainsi déterminées les mêmes organismes et la societé assurent priorité absolue pour les engagements, eccettuate ces durée de pas supérieur à trente jours, pas rinnovabili dans l'an, effectuées pour satisfaire des exigences de caractère exceptionnel debitamente motivées au àquel, en possession de prévus des qualités même professionnelles, elles résultent inscrites prés du bureau de placement ayant compétence territoriale sur prédites localité des ladine et là ils aient fait constater préventivement, à son soin, la connaissance de la langue ladina vérifiée dans les modalités prescrites de articule 3, alinéas 2 et 3 (7).

Article 3 ter

Rétablissement des noms en forme originaire

1. Les citoyens appartenants aux populations ladina, mochena et cimbra et résidents en province de Trente, les noms duquel ou les noms aient été modifiés avant donnée d'entrée en vigueur de la présente disposition ou auxquels aient été empêchés en passé d'apposer le nom dans la langue d'appartenance, ont droit d'obtenir, sur la de base d'adéquate documentation, le rétablissement des mêmes en forme originaire. Le rétablissement du nom a effet même pour les descendants d'intéressés qu'ils ne soient pas des maggiorenni ou que, si des maggiorenni, aient prêté leur consentement.

2. Dans les cas dont à l'alinéa la 1 la question doit indiquer le nom ou le nom qui entend s'assumer et est présenté au sindaco de la commune de résidence du demandeur, qui pourvoit de bureau à transmettre au commissaire du gouvernement, en l'accompagnant d'un extrait de l'acte de naissance. Le commissaire du gouvernement, qualora recourent les fondations prévues de l'alinéa 1, émane le décret de rétablissement du nom ou du nom. Pour les membres de la même famille le commissaire du gouvernement peut pourvoir avec un unique décret. Dans le caso de reiezione de la question, la relative mesure peut être empoignée, avant trente jours de la communication, avec recours au ministre compétent, qui décide previo sembler de Consiglio d'État. La procédure est exempte de frais et doit être conclue avant quatre-vingt-dix jours de la demande.

3. Les bureaux de l'état civil des communes intéressées pourvoient aux annotations conséquentes à la réalisation des dispositions dont au présent j'articule. Tous les autres registres, tous les listes et rôles nommés vous sont rectifiés de bureau de la commune et des autres administrations compétentes (8).

Article 3 quater

Interventions de promotion des caractéristiques culturelles des populations ladina, mochena et cimbra à moyen de transmissions radiotelevisive

1. Le Ministère delle communications, la societé concessionaire del service je publie radiotelevisivo, même au moyen d'appropriées conventions avec la province de Trente, et l'Autorité pour les garanties nelle communications, faites blanc les fonctions d'adresse della compétente commission parlementaire, assure toutes les nécessaires mesures et les conditions pour la tutelle delle populations ladina, mochena et cimbra della province de Trente.

2. Pour les transmissions et les programmes en langue ladina est de règle utilisez les structures et les activités réalisées dans le domaine des conventions dont à la loi 14 avril 1975, n. 103. Pour les mêmes buts la province peut stipuler des appropriés accords avec les emetteurs locaux.

3. Les bureaux de l'état civil des communes intéressées pourvoient aux annotations conséquentes à la réalisation des dispositions dont au présent j'articule. Tous les autres registres, tous les listes et rôles nommés vous sont rectifiés de bureau de la commune et des autres administrations compétentes (8).

Article 4

Recensements

1. Dans les recensements généraux de la population italienne elle est remarquée, sur la de base d'appropriées déclarations d'intéressés, la consistance et le déplacement territorial des appartenanux aux populations de langue ladina résidents dans la province de Trente.

2. En séance de première application du présent décret, dans le domaine du programme statistique dont national au décret législatif 6 settembre 1989, n. 322, elle est insérée approprié relevé de la consistance des citoyens de langue ladina résidents dans les localités ladine de la province de Trente, à s'effectuer j'entre deux ans de donnée d'entrée en vigueur du même décret, dans le respect de ce que disposé de l'art. 10 du décret du Président de la République 31 Juillet 1978, n. 1017, comme de j'achève modifié de l'art. 1 du décret législatif 6 Juillet 1993, n. 290.

Articolo 5

Détermination des localités ladine

1. Ai fin del présent décret sont localité ladine les communes de Campitello de FassaCiampedel, de canazei- Cianacei, de mazzin- Mazin, de moena- Moena, de Mare de fassa- Poza, de soraga- Soraga et de Vigo de fassa- Vich (10).

Art. 5 bis

Dispositions finales

1. On applique dans la province de Trente les règles de tutelle des minorités prévues de la loi 15 décembre 1992, n. 482, comme plus favorables par rapport aux règles en vigeur dans la même province (11).

NOTES (1) Titolo ainsi modifié de l'art. 1 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(2) Articolo ajouté de l'art. 1 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, et ainsi modifié de l'art. 1 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261.
(3) Alinéa ajouté de l'art. 2 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261.
(4) Articolo ajouté de l'art. 3 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261.
(5) Articolo ainsi substitué de l'art. 2 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321, et modifié de l'art. 1 du d.lgs. 8 settembre 1999, n. 344.
(6) Alinéa ainsi substitué de l'art. 3 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321.
(7) Articolo ajouté de l'art. 4, alinéa 1 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. (8) Articolo ajouté de l'art. 4 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261.
(9) Articolo ajouté de l'art. 5 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261. (10) Alinéa ainsi substitué de l'art. 5 du d.lgs. 2 settembre 1997, n. 321. (11) Articolo ajouté de l'art. 6 du d.lgs. 22 mai 2001, n. 261.